Green pass all'università? Se ne inizia a discutere tra rettori e ministra, ma al momento l'unico obbligo introdotto da un ateneo non riguarda attività didattiche.
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Anche all’università si inizia a parlare di green pass per partecipare a lezioni e altre attività in presenza. La misura coinvolgerebbe studenti e docenti, ma per il momento, a parte un caso isolato, sarebbe solo un’ipotesi.
Il primo ateneo a introdurre il green pass obbligatorio è l’Università Statale di Milano. L’obbligo vale soltanto per i posti letto negli studentati e gli studenti avranno comunque tempo fino al 31 dicembre per vaccinarsi, ben oltre l’inizio del prossimo anno accademico. La decisione è stata presa dal Cda dell’ateneo, che ha approvato, tra i nuovi criteri per l’assegnazione degli alloggi, anche quello della vaccinazione. La decisione è stata presa per poter assegnare tutti e 1.088 i posti letto disponibili (attribuiti con capienza ridotta quest’anno), ma anche per dare “un segnale di fiducia verso le scoperte scientifiche” agli studenti.
Anche la ministra Cristina Messa, in un’intervista a Fanpage.it, parla di un possibile uso del green pass per partecipare a lezioni e altre attività accademiche in presenza. “Per riaprire ritengo che, così come in Europa, sia chiesto un pass – afferma la ministra -, nell’università magari non lo possiamo introdurre in maniera così obbligatoria, però incoraggiare la presenza senza bisogno di distanziamento a seconda dello stato vaccinale credo che sia corretto”.
Il discorso varrebbe anche per gli spostamenti degli studenti, ma, almeno per il momento, non verrà introdotto come obbligo negli atenei. “Sicuramente chi ha il green pass può muoversi più liberamente di chi non ce l’ha – dichiara Messa –. Va incoraggiata la conclusione della vaccinazione, le università devono stare aperte a tutti e devono garantire il diritto allo studio di tutti, indipendentemente dal loro stato vaccinale, però è chiaro che per essere in presenza bisogna garantire la sicurezza”.
Di green pass per le università iniziano a parlare, infine, anche i singoli rettori. Si è espresso al riguardo il rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda. L’obbligo “non credo sia corretto, però ci dovrebbe essere la possibilità di tenerne conto” a seconda della condizioni pandemiche“.
Nel caso in cui ci fosse la possibilità di avere in aula tutti gli studenti a prescindere dall’avvenuta vaccinazione, secondo Di Lenarda non sarebbe necessario chiedere il green pass per frequentare le lezioni. Tuttavia, “nel caso in cui le condizioni non ce lo permettessero e dovessimo trovarci nelle condizioni di decidere chi far frequentare o quanti far frequentare, devo dire che il tema della possibilità di chi può frequentare in sicurezza, che magari ci consente di far frequentare il 70-80% degli studenti invece che il 30-40%, è un tema che va preso in considerazione“.
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