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Google parla siciliano: la nuova app per salvare la lingua

Google salva il siciliano e altre lingue indigene in via d'estinzione con Woolaroo, applicazione che permette di tradurre termini con l'uso della fotocamera.

L’elemento cardine che indica l’appartenenza a una cultura e con la quale si è capace di identificarsi è certamente la lingua. ma ci sono lingue che, come sappiamo, a causa della globalizzazione, sono destinate a scomparire. Tra le lingue indigene che l’UNESCO teme scompariranno più rapidamente c’è anche il siciliano. Secondo l’UNESCO più o meno il 43% delle lingue indigene rischia di scomparire con grande velocità. La lingua siciliana infatti tende sempre di più a omologarsi all’italiano, perdendo termini antichi dall’etimologie greche, arabe, francesi e spagnole per avvicinarsi alla lingua nazionale o addirittura per inglesizzarsi.


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Le lingue indigene a rischio d’estinzione

Tra le lingue a rischio, oltre al siciliano, si aggiungono alla lista anche: il greco-calabro, il rapanui dell’Isola di Pasqua; il nawat, derivante dall’azteco e oggi diffuso più che altro a El Salvador; il berbero, parlato dall’omonima popolazione nordafricana; il yugambeh, idioma aborigeno originario degli Stati australiani del Queensland e del Nuovo Galles del Sud; il maori, appartenente agli indigeni neozelandesi; lo yang zhuang, caratteristico della regione cinese del Guangxi; lo yiddish, parlato dagli ebrei aschenaziti dell’Europa Centrale e Orientale e il creolo francese della Louisiana.

La nuova app

Con l’obiettivo di salvare queste lingue, insieme alle culture e identità che si portano dietro, Google lancia una nuova piattaforma open source raggiungibile sia dall’app Arts & Culture (per iOS e Android) che direttamente dal web: stiamo parlando di Woolaroo, uno strumento digitale che facilita l’apprendimento automatico. Per poter inserire nel database le lingue indigene italiane del siciliano e del greco calabro, Google ha collaborato con la Cademia Siciliana e con l’Associazione Ellenofona Jalò tu Vua. L’app nasce per conservare un grande e inestimabile patrimonio culturale.

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Come si usa l’app

L’applicazione prevede l’uso della fotocamera, basterà infatti inquadrare l’oggetto di cui si vuole conoscere il termine indigeno per far sì che il termine spunti in sovrimpressione nello schermo del nostro dispositivo; grazie alle sofisticate tecnologie di cloud vision e machine learning di Mountain View.  Bisognerà selezionare la lingua madre e la lingua indigena che vorremmo imparare. Per alcune parole sarà possibile ascoltarne persino la pronuncia, mentre per quelle che non hanno una traduzione diretta, se l’utente ha le conoscenze necessarie potrà aggiungerle e registrarle con la propria voce per arricchire lo strumento.


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