Padrini e madrine non saranno presenti per i sacramenti del battesimo e della cresima. Lo ha deciso con un decreto l'arcivescovo di Catania, Salvo Gristina.
Per i prossimi tre anni, in via sperimentale, battezzandi e cresimandi non avranno i loro padrini e le loro madrine. L’ha deciso oggi, 24 marzo, l’arcivescovo metropolita di Catania Salvo Gristina, con un decreto “ad experimentum e ad triennium“. Con questa decisione, presbiteri e diaconi della diocesi vengono avvisati della decisione di eliminare sia padrini sia madrine nei sacramenti del Battesimo e della Cresima. La misura entrerà in vigore dal 25 maggio 2021 e durerà fino al 2024.
“Nell’odierno contesto socio-ecclesiale – scrive Gristina nel decreto di sospensione -, la presenza dei padrini e delle madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede“. La decisione viene presa, quindi, “considerato, altresì, che la situazione familiare complessa e irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito rende la questione ancora più delicata; visto che il legislatore nella normativa codiciale al can. 872 non prescrive l’obbligatorietà di tale figura“. La misura presa da Gristina, infine, “ha lo scopo di verificare la possibilità di recuperarne l’identità e la missione ecclesiale“, si legge ancora nel decreto.
Gristina motiva la sua spiegazione partendo dalla premessa che padrini e madrine non sono importanti solo per la celebrazione. Essi, infatti, hanno un compito importante per chi crede. “La secolare tradizione della Chiesa vuole che padrino o madrina accompagnino il battezzando o il cresimando perché gli siano di aiuto nel cammino di fede – si legge ancora nel decreto -. Ad esigere la presenza dei padrini non è la celebrazione in quanto tale, ma la crescita nella fede del battezzando o del cresimando, per cui essi dovranno essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana. Il loro compito è una vera funzione ecclesiale. (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1255)”.
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