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UE pensa a zona “rosso scuro”: alcune regioni italiane sono a rischio

L'Unione Europea pensa di adottare la zona "rosso scuro" per impedire gli spostamenti nelle aree europee con maggior rischio di contagio. Ecco come funzionerà.

Se in Italia, ormai da diversi mesi, si è adottato il sistema delle zone di colore, a seconda della fascia di rischio, adesso anche l’Unione Europea pensa di fare ricorso a questa ripartizione. Lo scopo è quello di impedire il diffondersi del contagio tra paesi europei, reso concreto dallo spostamento dei cittadini all’interno dell’area Schengen. Spunta, quindi, l’ipotesi di zone “rosso scuro” per limitare gli spostamenti. Vediamo di cosa si tratta e quali regioni italiane sono interessate.

“Rosso scuro” in UE: come funziona

La colorazione “rosso scuro” sarà destinata a quei territori che, nelle ultime due settimane, abbiamo fatto registrare un tasso di notifica delle infezione pari a 500 o più. In questo caso, a livello europeo queste aree saranno sottoposte a maggiori restrizioni in materia di spostamenti.

Infatti, i cittadini che vogliano spostarsi da una regione “rosso scuro” a un altro paese europeo dovrà sottoporsi a tampone molecolare alla partenza. Non solo, una volta a destinazione sarà soggetto a un periodo di quarantena.

Regioni italiane che rischiano la zona “rosso scuro”

Tra i Paesi che rischiano di veder scivolare parte dei propri territori nella zona “rosso scuro” si trova anche l’Italia. In particolare, le regioni a rischio sarebbero Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e la Provincia Autonoma di Bolzano.

Secondo i dati del 17 gennaio, e qualora venissero confermati, queste aree presenterebbero un numero cumulativo di casi superiore a 500 ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Al di là di “rosso scuro” e altri colori, comunque, l’Unione Europea ribadisce come siano da scoraggiare tutti i viaggi non indispensabili, quindi non riferibili a ragioni di lavoro, salute e stringente necessità.

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