Il piano vaccinale è destinato a subire rinvii e stop. L'assessore regionale alla Sanità in Sicilia, Ruggero Razza, ha rassicurato in merito ai richiami.
Dopo il recente polverone sollevatosi a causa di un allarme esaurimento scorte in diverse regioni d’Italia, giungono dichiarazioni confortanti da parte dell’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, ma solo in merito ai richiami. Infatti, nonostante in Italia sia giunto dalla Pfizer il 29% in meno delle dosi di vaccino previste dall’accordo e, di conseguenza, sia subito scattato un allarme, Razza ha affermato che per i siciliani che attendono il richiamo non ci sono rischi.
Secondo quanto dichiarato da Razza, la Sicilia, quinta regione più colpita dal taglio di dosi, ha dimostrato prudenza sin dall’inizio seguendo le linee guida del Ministero della Salute e del commissario nazionale.
“Non sono a rischio i richiami dei vaccini in Sicilia“: ha, dunque, sottolineato l’assessore regionale alla Sanità.
Tuttavia, sebbene il pericolo di non poter effettuare i richiami sembri al momento accantonato, la questione dei ritardi del piano vaccinale resterebbe innegabile. Infatti, il taglio di dosi andrà inevitabilmente a rallentare il calendario di vaccinazione stilato prima dell’inizio della campagna: risulterebbe, di fatto, inevitabile il rinvio di giorni o settimane del termine previsto entro cui completare almeno la fase 1. In Sicilia, al momento, si opterebbe per uno stop alle nuove vaccinazioni.
La questione non è destinata a restare impunita e il governo italiano è intenzionato ad agire legalmente contro la Pfizer.
“A livello nazionale si è ipotizzata un’azione legale, la Sicilia la sosterrà – ha sottolineato Razza- la sosterranno tutte le Regioni italiane”.
Ma il ritardo e il taglio di dosi della Pfizer non è l’unico problema sollevato dall’assessore siciliano alla Sanità. Di fatto, Razza ha anche sottolineato la necessità di una velocizzazione nei processi di valutazione e autorizzazione dei vaccini da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco, chiaramente senza dimenticare la necessità di accertare la sicurezza dei vaccini disponibili.
“Chiediamo all’Ema e alle istituzioni comunitarie di fare presto. I cittadini europei non possono accettare l’idea che in altri Paesi del mondo si possano utilizzare vaccini che da noi non sono autorizzati – ha affermato Razza – . Da questo punto di vista, sosteniamo l’azione del ministro Speranza: sicurezza e regole rispettate nella certificazione dei farmaci, ma servono anche rapidità e velocità.
I cittadini vogliono vedere la luce in fondo al tunnel – ha concluso l’assessore – ma non vogliono che sia un miraggio”.
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