Per risolvere il problema delle decurtazioni dei buoni pasto e degli straordinari per i lavoratori da casa si pensa ad un pacchetto welfare o un rimborso forfettizzato delle utenze che vada a sostituire sia i buoni pasti che lo straordinario.
Lo smart working, anche al termine dell’emergenza sanitaria collocato presumibilmente a febbraio, potrebbe essere una prospettiva a cui si rivolgeranno sempre più aziende e imprese. Per questo motivo, è in progetto un bonus spese proprio a chi lavora da casa, che vada a sostituire i buoni pasto, gli straordinari e anche le spese per le utenze.
La necessità di sostituire i consueti buoni pasto oppure gli straordinari nasce dalla formulazione di alcuni, inevitabili, interrogativi: come è possibile verificare e calcolare gli straordinari per chi lavora da casa? Inoltre, quanto spetterebbe di buoni pasto a chi lavora da casa e, dunque, presumibilmente usufruisce della propria cucina senza recarsi in bar, ristoranti o vari altri servizi di ristorazione? Si evince, quindi, che la sola elargizione di questi incentivi produrrebbe alcune problematiche che l’intera Europa sta cercando di risolvere con uno “smartworking semplificato”.
Si è espresso in merito Florindo Oliverio, segretario Fp Cgil, il quale spiega che “i buoni pasto valgono circa 160 euro al mese. Se si considerano anche gli straordinari si capisce perché ci sono stati lavoratori che avrebbero avuto diritto a continuare a lavorare in smart working da settembre e che hanno chiesto una certificazione speciale di buona salute pur di tornare in ufficio: non si potevano permettere uno stipendio decurtato”.
I buoni pasto si configurano come un beneficio legato agli orari di lavoro e alla pausa pranzo, come precisa anche la legge n.122 del 7 giugno 2017: “Attività finalizzata a rendere, per il tramite di esercizi convenzionati, il servizio sostitutivo di mensa aziendale”.
Il beneficio può, dunque, essere pagato ai lavoratori a tempo pieno, part time o con un rapporto di collaborazione anche non subordinato che non hanno a disposizione la mensa aziendale. Lo stipendio del lavoratore in smartworking, ormai è chiaro, non può essere ridimensionato ma la sentenza non è altrettanto decisa per quanto riguarda i ticket restaurant.
Nella pubblica amministrazione gli straordinari sono ritenuti difficili da calcolare con lo smart working; attualmente si pagono soltanto in caso di servizio lavorativo durante i festivi o in giornate non lavorative. Nel privato, infatti, esistono i forfait, ma nel pubblico serve l’effettivo svolgimento della prestazione: introdurre questo meccanismo nel lavoro agile appare complicato.
Il bonus spese, quindi, consiste in un pacchetto welfare o un rimborso forfettizzato delle utenze. Con il ricorso al lavoro agile, infatti, si va inevitabilmente incontro a delle decurtazioni, come la perdita dei buoni pasto e degli straordinari, prima menzionati, nonché le maggiori spese per le utenze, che però potrebbero essere compensati dalle minori uscite per trasporti e spostamenti.
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