Zona rossa presto nuovamente protagonista: per l'occasione si intensificano i controlli. Occhi puntati su feste private e spostamenti non necessari.
La serata di Capodanno in zona rossa si avvicina e, con essa, il timore di spostamenti non necessari e feste private che possano favorire la diffusione del contagio.
Per scongiurare ogni pericolo, il Viminale ha disposto controlli serrati per tutto il Capodanno, che, secondo quanto esplicitato più volte, sarà soggetto alle restrizioni della zona rossa.
Occhi puntati specialmente sulle feste private in appartamenti, ville, locali o B&B. Si teme, infatti, che in barba alle restrizioni alcuni possano organizzare feste per il veglione di Capodanno, mettendo a rischio la propria salute e quella pubblica. I controlli, quindi, si concentreranno sul monitoraggio di eventuali segnalazioni di riunioni in luoghi non autorizzati, nonché all’esplosione di fuochi d’artificio.
Non restano esclusi gli spostamenti: gli agenti controlleranno e sanzioneranno anche l’eventuale presenza di più di due persone a bordo nelle auto.
In caso di violazione delle restrizioni, è prevista una multa da 400 a 1000 euro, che potrebbe subire l’aumento di un terzo nel caso in cui la violazione avvenisse “per mezzo di un veicolo“.
Vale la pena, inoltre, indicare, quali siano le regole da rispettare nei prossimi giorni.
Si esplicita che, in zona rossa sarà possibile, una sola volta al giorno, spostarsi per fare visita a parenti o amici, anche verso altri Comuni, ma sempre e solo all’interno della stessa Regione e nel limite massimo di due persone. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Si può andare, inoltre, ad assistere un parente o un amico non autosufficienti.
Ad ogni modo, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti, anche mediante autodichiarazione. Per motivi di lavoro, invece, potrebbe bastare un’adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (per esempio tesserini) idonea a dimostrare la condizione dichiarata.
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