Con il raggiungimento dell’accordo sulla Brexit tra Regno Unito e Unione Europea, una decisione annunciata e altrettanto criticata già a gennaio 2020 diventa ufficiale: il governo britannico decide di non partecipare al programma di scambio Erasmus. La notizia era stata data dalla BBC già la vigilia di Natale, riportando le parole del capo negoziatore con l’UE, Michiel Barner: “il livello di ambizione in termini di assistenza alla mobilità non è in linea con i nostri legami storici”.
Il capo negoziatore ha parlato di scelta del governo britannico, aggiungendo che si tratta di uno degli unici rimpianti causati dall’accordo da poco raggiunto. Il primo ministro britannico Boris Johnson, rispondendo a delle domande al riguardo in conferenza stampa, ha aggiunto che si è trattata di una decisione anche economica, visti gli alti costi imposti dal programma. Una decisione che renderà più difficile spostarsi per gli studenti britannici in Europa e per gli europei nel Regno Unito, ma non impossibile. Vediamo cosa cambia.
Turing Scheme per i britannici
Per gli studenti del Regno Unito, il premier dichiara che il governo è al lavoro per un programma di interscambio universitario per gli studenti britannici, in modo che questi possano formarsi nelle “università migliori al mondo“. Il programma si chiamerà Turing Scheme e prende il suo nome da Alan Turing, il matematico che durante la seconda guerra mondiale inventò una macchina in grado di decodificare i messaggi in codice nazisti.
Regno Unito fuori dall’Erasmus: agli europei servirà il visto
Gli studenti europei che vogliano studiare nel Regno Unito, così come i britannici che vorranno trascorrere un periodo di studi in Europa, dovranno fare i conti con le nuove regole del sistema migratorio. In generale, sarà necessario un visto in entrambi i casi, ma le regole specifiche per ottenerlo varieranno di Paese in paese. Fa eccezione l’Irlanda, con la quale rimane l’accordo di libera mobilità con il Regno Unito.