Secondo l'Unsic, il rientro a scuola sarebbe assai pericoloso. L'Unione nazionale sindacale imprenditori ed agricoltori tenta di ostacolare le ultime disposizioni governative con una petizione.
Secondo quando indicato all’interno del nuovo Dpcm, a partire dal prossimo 7 gennaio 2021, sarà garantita agli studenti delle scuole superiori di secondo grado la didattica in presenza per il 75%. Una decisione, questa, che l’Unsic (l’Unione nazionale sindacale imprenditori ed agricoltori) sarebbe pronta a contrastare: per tale ragione, è stata lanciata anche una petizione.
“Considerato il rilevante apporto delle scuole in presenza al numero complessivo dei contagi (dati Ministero dell’Istruzione con elaborazione Wired, Istituto superiore di sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, dossier Unsic, ecc.), pur ritenendo importante la scuola in presenza ma in periodi ordinari e non straordinari come quello che stiamo vivendo (con oltre 60mila decessi per il Covid) – si legge nel testo- si chiede la prosecuzione della didattica a distanza dopo il 7 gennaio nelle scuole superiori per prevenire una terza ondata di contagi che sarebbe più deleteria delle precedenti, soprattutto per la concomitanza con le influenze stagionali e con apparati e personale sanitari in sofferenza”.
Il sindacato, di fatto, ritiene necessario compiere qualche sacrificio con il fine di preservare la vita di migliaia di persone.
“Ogni giustificazione ideologica o i tentativi di chiamare fuori la scuola – e ciò che vi ruota attorno – dalla diffusione dei contagi per tenere aperti gli istituti superiori in presenza (gli unici in cui i ragazzi possono gestirsi autonomamente a casa) sono argomentazioni che non reggono ed è da incoscienti sostenerle rispetto alla possibilità di salvare anche una sola esistenza umana. – continua l’Unsic- .
La strada dovrebbe essere quella di assicurare ai ragazzi una formazione analoga per quantità e qualità a quella degli anni scorsi attraverso la migliore organizzazione possibile della Dad, garantendo a tutti il diritto all’apprendimento attraverso la fornitura di supporti informatici (specie nel Mezzogiorno) e rafforzando reti e materiali e prevedendo, ad esempio, il recupero in presenza, anche parziale, dei periodi in Dad a giugno o, eccezionalmente, nei primi giorni di luglio”.
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