Coronavirus – Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai 3, ha commentato gli ultimi dati in merito all’epidemia nel nostro Paese: “ieri abbiamo superato i 600.000 casi attualmente positivi, ovvero in isolamento domiciliare, ricoverati con sintomi e in terapia intensiva. Questo è un dato importante perché, come sappiamo, un’epidemia si definisce ‘fuori controllo’ nel momento in cui i positivi superano l’1% della popolazione e ieri, oltre ad aver sperato il milione di casi da inizio pandemia, abbiamo sfondato la soglia dell’1% di popolazione attualmente con infezione da Sars-Cov-2″.
Purtroppo, ha aggiunto Cartabellotta, “usiamo un sistema di monitoraggio che invece che utilizzare un binocolo utilizza uno specchietto retrovisore, perché fotografa dati che non sono recenti. Ovvero se si prendono decisioni restrittive basate su dati di 2 o 3 settimane fa, la corsa del virus non può essere fermata”. Negli ultimi giorni, ha concluso, “si intravede una piccolissima riduzione dell’incremento di casi positivi ma dobbiamo aspettare una stabilizzazione, perché la diminuzione può anche esser dovuta al fatto che il sistema di testing è saltato in alcune regioni”.
Coronavirus: crescono decessi e contagi tra operatori sanitari
In una settimana sono cresciuti del 70% i decessi da Covid in Italia, toccando in 7 giorni quasi i 3.000. In particolare, dal 4 al 10 novembre sono decedute 2.918 persone con infezione da Sars-Cov-2 a fronte delle 1.712 della settimana precedente, emerge ancora dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
Negli ultimi 30 giorni si sono verificati 19.217 contagi tra gli operatori sanitari rispetto ai 1.650 dei 30 giorni precedenti, riferisce la Fondazione Gimbe. Questo è uno degli aspetti critici rispetto alla gestione e all’evoluzione dell’epidemia, secondo il presidente Nino Cartabellotta, che afferma: “Oltre al rischio di focolai ospedalieri, in RSA e in ambienti protetti, preoccupa l’impatto sul personale sanitario, già in carenza di organico oltre che provato dalla prima ondata”.
Il 53% dei posti letto nei reparti di medicina, a livello nazionale, è ormai occupato da pazienti Covid (+1 rispetto ai dati del 10 novembre), e il valore del 40% definito come ‘soglia critica’ è superato da 12 regioni. Lo rileva il monitoraggio dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) basato su dati aggiornati a ieri, 11 novembre, da cui emerge anche che il 34% delle terapie intensive italiane è occupato da pazienti Covid (-3% rispetto ai dati del 10 novembre), e il valore del 30%, definito come ‘soglia critica’, viene superato in 10 regioni.