Il nuovo Decreto ministeriale prevede molte novità, tra cui le chiusure differenziate regione per regione. Ecco cosa cambierà dal 5 novembre
Dopo giorni di attesa il nuovo Dpcm firmato in questi giorni dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oggi sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Sarà attivo a partire dal 5 novembre 2020. Le chiusure saranno differenziate in base alla gravità del numero dei contagi (zona rossa, arancione e verde). Le zone rosse andranno in lockdown per due settimane. É stato confermato, come si era appreso nelle bozze, il divieto di uscita dalle 22 alle 5 del mattino. I governatori delle regioni potranno emettere misure più restrittive con apposite ordinanze, che devono avere un periodo minimo di 15 giorni.
Nonostante le proteste di molti lavoratori e imprenditori che continuano su tutto il territorio nazionale da nord a sud, dalle attività ristoratrici, come pizzerie, bar e ristoranti, è tanto atteso il preannunciato “decreto ristoro“. La nuova manovra economica, su cui si sta lavorando in queste ore, prevedrebbe l’erogazione di risorse economiche da destinare proprio ai piccoli imprenditori, per sostenerli ed evitare una crisi finanziaria che potrebbe condurli al collasso con la chiusura della stessa attività.
Nei territori che rientrano nello scenario 4 saranno vietati gli spostamenti tra regioni e all’interno dei comuni. Si potrà uscire, dunque, solo per motivi di lavoro, per motivi di salute e per accompagnare i bambini a scuola. Proprio la scuola, invece, le scuole superiori proseguiranno in tutta Italia con la didattica a distanza presso le piattaforme digitali scelte dagli stessi istituti di appartenenza. Nelle zone rosse, invece, la DaD sarà estesa anche per le scuole medie, in particolare per le classi di seconda e terza.
Stop anche ai concorsi, tranne quelli dell’ambito sanitario. Il nuovo Dpcm, infatti, prevede la sospensione di tutte le attività preselettive, che normalmente si svolgevano in presenza. Solo i concorsi che potranno svolgersi in modalità telematica o sulla base di titoli saranno consentiti.
Le attività che sicuramente resteranno aperte nelle zone rosse sono le industrie, le aziende di artigianato e di edilizia, ma rispetto alla fase uno di marzo-aprile questa volta si è deciso di includere tra le aperture anche un altro settore: i parrucchieri. Quest’ultima categoria, infatti, non avrà obbligo di chiusura secondo il Dpcm e resterà aperta.
Al momento non è vietata l’attività fisica individuale solo all’aperto. I mezzi pubblici resteranno attivi, il cui riempimento non deve superare il 50%. I centri commerciali, invece, resteranno chiusi nel fine settimana per evitare assembramenti al chiuso.
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