Doveva essere una protesta pacifica e civile nei confronti dellโultimo Dpcm, dellโordinanza regionale e contro il governo nazionale, nella speranza di non emulare quanto successo nelle notti precedenti tra Napoli e Roma.
Ristoratori, commercianti, imprenditori catanesi riuniti in un grido comune di allarme, ormai in ginocchio dallโinizio della pandemia, che sembra esser tornata ai fasti primaverili anche in questo autunno. Le parole del premier Conte e le decisioni del governo non sono state accolte di buon grado da diverse categorie di settore, a partire da quella dei ristoratori che dovranno chiudere i battenti ai propri clienti a partire dalle ore 18.00, salvo per lโasporto e il domicilio.
Una protesta civile contro chi dissente dalle decisioni prese dallโalto che, purtroppo, รจ sfociata anche in questo caso in violenza ignorante e inaudita tra piazza Universitร e via Etnea. Gli esercenti si erano dati appuntamento alle 22 davanti la Prefettura, sciorinando le varie tesi di dissenso attraverso megafoni e applausi dei presenti, in piena civiltร (nonostante distanze di sicurezza non rispettate) e controllati dagli uomini delle forze dellโordine.
Ma quando tutto sembrava filare liscio ecco che, allo scoccare del coprifuoco imposto dal governatore regionale Musumeci, uno sparuto gruppo di โmanifestantiโ ha deciso di vandalizzare la propria cittร tra bombe carta, fumogeni e disordine generale.
Non sono mancati i negazionisti, senza mascherina al grido di una pandemia architettata, e diverse scazzottate interne tra gli stessi facinorosi, segnale di alta tensione sociale e nervosismi dettati da una situazione al limite del critico.
Catania anche questโoggi si risveglia ferita e lacerata, con il sogno che tutto stava andando per il verso giusto.