Pubblicato il rapporto Almalaurea sui laureati italiani: analizziamo dati e profilo di chi consegue il titolo presso il dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Catania.
Secondo quanto riportano le statistiche AlmaLaurea 2020, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania ci sono stati 381 laureati nell’anno solare 2019, in calo rispetto ai 403 del 2018. Primeggiano le giuriste con il 68,2 % rispetto ai colleghi maschi che sono il 31,8 % del totale.
L’agognato traguardo si raggiunge tardi,: quasi uno studente su due ha almeno di 27 anni al momento della laurea, ma c’è un leggero miglioramento rispetto al 2018 (-0,3 anni). Gli studenti hanno impiegato, infatti, poco meno di 9 anni per completare il corso di studio, quasi il doppio rispetto alla durata del corso. Poche le esperienze all’estero, in quanto solo 1 su 10 ha anche svolto studi fuori (7,3 % in Erasmus, 2,6 % in autonomia). Buona la media voto degli esami che è pari a 26,1 mentre invece il voto medio di laurea è 97,6, con un tempo medio per realizzare la tesi di 5 mesi.
Gli studenti intervistati esprimono giudizi abbastanza positivi nella maggior parte dei casi, col restante 21,6 % che ne esprime giudizi negativi. Nel loro percorso universitario viene ritenuto abbastanza soddisfacente il rapporto con i docenti (il 65,1 % da un giudizio positivo), eccellente, invece, il rapporto coi propri colleghi (il 90,7% da un giudizio positivo). Gli studenti inoltre, danno giudizi tutto sommato buoni su aule, biblioteche, aule informatiche, e spazi studio a loro disposizione. La metà si re-iscriverebbe nuovamente in Giurisprudenza e nell’Università di Catania, a conferma di una scelta ponderata subito dopo il diploma, e tutto sommato ritenuta soddisfacente.
Una volta raggiunta la laurea, più della metà (61,8 %) continuerà il proprio percorso con nuovi studi (scuole di specializzazione o master) anche se la maggior parte di loro sceglie un percorso di tirocinio o praticantato (28,9%). Una buona parte (38,2%), invece, ritiene che il percorso di studio è stato sufficiente e vuole già entrare nel mondo del lavoro. Tra i neolaureati le attenzioni vengono rivolte principalmente al settore pubblico (magistratura, notariato, concorsi pubblici), ma in alcuni c’è la voglia di avere una propria attività o uno studio professionale.
Nuovi dati anche della condizione occupazionale sui 383 laureati, che avevano risposto al questionario dell’anno 2018. Dopo un anno, secondo le statistiche solo metà degli studenti lavora o sta cercando lavoro, anche se sono pochi gli occupati (14,2%), mentre la restante parte risulta inattiva perché impegnata in tirocinio o praticantato, con il tasso di occupazione rilevato pari al 30 %; il tasso di disoccupazione, invece è pari al 34,1 %. Parte degli occupati prosegue il lavoro cominciato prima della laurea, mentre il 53,5 % ha iniziato a lavorare dopo aver conseguito la laurea. Il tempo medio dalla laurea all’inizio del lavoro è calcolato in 4,8 mesi.
Vari sono i settori professionali che vedono impiegati i neo laureati, e tra questi troviamo professioni intellettuali o di alta specializzazione, professioni tecniche, o professioni d’ufficio. Il totale delle ore lavorative settimanali ammonta a 30,9. A dominare, invece, è il settore privato che impiega quasi 9 neolaureati su 10 (7% pubblico, 7 % non profit). Un dato piacevole è che un buon numero risulta impiegato in Sicilia, con basse percentuali di emigrazione nelle restanti parti d’Italia (tra queste il 7% nel nord ovest) o all’estero (2,3 %). La retribuzione media è pari a 973 € mensili, con una maggiore retribuzione del sesso maschile (1040 € mensili), rispetto a quello femminile (943 € mensili).
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