Le indagini AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati, dottori di ricerca e diplomati di master forniscono ogni anno dati attendibili su studenti, università e mondo del lavoro. Scopriamo insieme i nuovi numeri resi pubblici dal Consorzio e, con essi, le caratteristiche dei laureati del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università di Catania.
Molti, dopo il completamento degli studi secondari di secondo grado, scelgono di divenire matricole del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Catania. Da che tipo di scuole provengono? Secondo quanto estrapolato dall’ultima indagine annuale sul Profilo, l’88% dei 200 laureandi che hanno compilato l’apposito questionario AlmaLaurea (al completamento del percorso di studi) possiede un diploma liceale. In particolare, il 54,5% giunge da un Liceo scientifico ed il 21,5% da un classico. La provenienza da un Istituto tecnico è fissata al 9,1% del totale, mentre quella da un Istituto professionale raggiunge a malapena il 2,4%.
L’indagine annuale sulla condizione occupazionale, invece, riporta che nel corso del 2019 i laureati del Dipartimento catanese di Scienze del Farmaco sono stati 233 (74 alla triennale e 159 magistrale a ciclo unico). I 188 laureati intervistati hanno permesso di tracciare le caratteristiche anagrafiche dei laureati. I dati ci indicano che il ben 70,4 % del totale è composto da donne mentre gli uomini costituiscono soltanto il 29,6%. Si scopre anche che l’età media dei laureati triennali è di oltre 26 anni mentre i laureati magistrali ottengono il titolo entro il 28esimo anno di età. La media del voto di laurea per gli studenti di triennale è 99, mentre per la laurea magistrale a ciclo unico il voto medio è leggermente più basso, pari ad un 98.
Per quanto riguarda la durata degli studi, gli studenti dei Corsi di laurea triennale impiegano in media poco più di 6 anni per conseguire il titolo, mentre per i corsi magistrali a ciclo unico gli anni ammontano a 8 e mezzo.
Secondo quanto emerge dal rapporto in questione, una grande percentuale di studenti, ovvero il 48,9%, si è rivolta ad almeno un’attività di formazione dopo la laurea: nello specifico si tratta del 35,6% dei laureati di primo livello e del 55% di quelli magistrali. Esistono varie alternative, certo, ma la maggior parte dei laureati di entrambi i livelli ha optato per uno stage in azienda (rispettivamente il 13,6% e il 20, 9%).
Il tirocinio/praticantato è prediletto, poi, dal 19,4% degli intervistati con laurea magistrale ma non dagli ex triennalisti: solo il 3,4 % lo sceglie. La seconda scelta di questi ultimi è, infatti, un tipo di master diverso da quello universitario di I livello, a cui ambisce solo 1,6 % di chi ha conseguito una laurea magistrale.
La terza opzione preferita dai laureati triennali risulta essere il master universitario di primo livello e, con pari percentuale (5,1%), un corso di formazione professionale, mentre quella dei laureati magistrali è la collaborazione volontaria (scelta dal 17,8% degli intervistati).
Dopo la laurea in quanti lavorano? Esaminando i dati si constata che il 25,4% degli ex iscritti al Dipartimento di Scienze del Farmaco con titolo di primo livello ed il 48,1% di quelli magistrali sono dotati di un’occupazione. Il 35,6% degli ex triennalisti è in cerca di un impiego mentre il restante 39% di loro non lavora ma non è in cerca di un’occupazione.
Come si nota , quasi la metà di ex iscritti ad un corso di laurea magistrale a ciclo unico non è attualmente impiegato: in particolare, il 37,2% di questo gruppo è in cerca di lavoro mentre il 14,7% non sembrerebbe attualmente interessato ad essere assunto.
Resta da chiedersi in cosa siano impegnati coloro che accantonano l’idea di un’occupazione. Emerge che quasi il 34% dei laureati triennali è impegnato in un corso universitario o in un praticantato. Anche i laureati magistrali scelgono questa opzione, ma in misura ridotta (solo il 9,3%).
In molti potrebbero pensare che lo stato di disoccupazione degli intervistati sia di natura provvisoria. La percentuale di donne e uomini che non hanno mai lavorato dopo l’attesissima seduta di laurea, pari al 45,2% del collettivo selezionato, ci indica il contrario. Solo il 13,8% ha avuto, al contrario, la possibilità di ottenere un impiego post-laurea, poi perso per svariate ragioni.
Le donne, poi, trovano un’occupazione nel settore con la stessa facilità degli uomini? I numeri parlano chiaro: se consideriamo tutti i laureati lavoratori, notiamo che il 49,1% di questi è di sesso maschile. La percentuale di donne con in mano una laurea ed un lavoro, al contrario, è pari al 37,6%.
Un ultimo confronto tra numeri, forse il più significativo, è posto a conclusione di questa analisi: il tasso di occupazione legato a tutti i laureati qui presi in considerazione supera con il suo 50,5% quello di disoccupazione, pari al 30,1%. Si tratta, certo, di un dettaglio positivo ma che non cancella problematiche, differenze e difficoltà riscontrate.
Tra i laureati che lavorano, il 40% triennali e l’11,3% magistrali mantengono il lavoro che avevano prima di ottenere il titolo. Anche in questo caso, è possibile notare un discrimine tra queste percentuali e quelle che indicano coloro che solo dopo la laurea hanno trovato un impiego: se è vero che la percentuale di ex studenti del corso triennale rimane invariata, quella degli ex frequentati del corso magistrale sale all’ 87,1%.
Quanto tempo separa il giorno della proclamazione da quello della firma di un contratto? Secondo quanto rivelato dal Consorzio Interuniversitario, gli studenti riescono a ottenere un impiego in media entro 5 mesi e mezzo dal conseguimento della laurea.
Al solo 32,5% dei laureati impiegati (nel complesso) è fornita una certezza: essi dispongono, infatti, di un contratto a tempo indeterminato. La percentuale di impiegati con contratti non standard, invece, risulta essere poco più alta e pari al 37,7%. Il 7,8%, infine, non dispone di un contratto.
Grazie alle interviste svolte, è possibile delineare anche le caratteristiche delle aziende in cui lavorano gli ex studenti del dipartimento in questione. Il settore di attività è per oltre il 93,5% quello privato: solo il 5,2% di laureati è impiegato nell’ambito pubblico.
Se si scendesse nel dettaglio, si scoprirebbe che l’87% dei laureati è impiegato nel settore dei servizi (in particolare nel commercio). Seguono con il 10,4% gli impiegati nell’industria e con l’1,3% quelli nel settore primario.
Un ultimo dato accomuna i laureati in Scienze del Farmaco ad altri professionisti: si tratta dell’area geografica di lavoro. La maggior parte di questi è impiegata all’interno delle Isole (precisamente il 68,8%). Il 14,3% sceglie il Nord-Ovest ed il 9,1% il Nord-Est. Qualcuno, infine, trova un’occupazione fuori dai confini italiani: il 5,2% del collettivo selezionato esercita una professione all’estero.
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