La rassegna Almalaurea 2020, recentemente pubblicata, fotografa le principali caratteristiche dei laureati. Ponendo l'attenzione sui dati raccolti sull'Ateneo catanese, è possibile tracciare il profilo dei laureati preso l'Università di Catania.
È stata presentata la XXII Rassegna AlmaLaurea, che ha coinvolto oltre 290mila laureati del 2019 di 75 Atenei e restituisce un’approfondita fotografia delle loro principali caratteristiche. Svoltasi per la prima volta nella sede del MIUR alla presenza di Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca, la rassegna riguardante il profilo occupazionale ha visto coinvolti per l’Ateneo catanese 4.589 laureati (74,4%), compilatori del questionario, su un totale complessivo di oltre 6.000 dottori.
Dal rapporto si legge che, in 4,9 anni, lasso di tempo generale per l’espletamento di un intero corso di studi, l’età media alla laurea è di 26,7 anni; titolo di studio conseguito con un risultato che si aggira attorno al 103,8.
Scindendo il totale di laureati intervistati per il tipo di corso di studi da essi intrapresi e laurea conseguita, ossia laurea di primo livello, laurea magistrale a ciclo unico, laurea magistrale biennale, potremmo scendere più nel dettaglio e notare che soltanto il 27,3% di coloro che hanno conseguito lauree di primo livello è attualmente impiegata, contro un 32% e 51,9% rispettivamente per lauree magistrali a ciclo unico e biennali.
Impieghi che, per la maggior parte, risultano essere forniti dal settore privato: è possibile leggere, infatti, un 77,9% contro solo 17,9% registrato dal settore pubblico. Per quanto riguarda le retribuzioni mensili si evince una sistematica disparità di genere: mentre gli uomini risultano essere retribuiti con una media di 1.225 euro netti al mese, per le donne il dato scende a soli 971 euro.
Circa il 53% dei laureati non ha mai ottenuto incarichi professionali post laurea, sebbene abbiano cominciato a cercare lavoro soltanto 1,2 anni dopo il conseguimento del titolo di studio. In media i neolaureati impiegano 4,7 anni dalla laurea per reperire il primo incarico professionale. Gli occupati hanno comunque dichiarato, per il 45,5%, che le competenze didattiche e professionali acquisite con gli studi svolti si sono rivelate fortemente adeguate per la ricerca e lo svolgimento dell’attuale lavoro. Si ritengono infatti soddisfatti della loro attuale professione, su una scala decimale, 7,4/10.
Se da un lato il 53,4% del complesso considera i loro percorsi di studio molto efficaci per il corrente lavoro, soltanto il 21,4% li ha ritenuti, invece, per nulla adeguati. Sebbene quest’ultima percentuale sia nettamente inferiore rispetto alla prima citata, sarebbe comunque possibile usufruire di simili statistiche per perfezionare la formazione professionale avuta da stage, tirocini e varie attività formative che l’Ateneo catanese ha offerto e continua ad offrire ai suoi studenti.
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