Oggi è la Giornata internazionale dell’infermiere. Dedicata a Florence Nightingale, fondatrice delle scienze infermieristiche moderne, nata il 12 maggio 1820, la giornata assume quest’anno un ruolo ancora più significativo per il lavoro instancabile che, da mesi, gli infermieri continuano a svolgere con passione e dedizione. Ma chi sono questi professionisti che, accanto ai medici, sono in prima linea in questo momento?
Almalaurea, in occasione della giornata di oggi, ha provato a tracciare un profilo di questi professionisti, basandosi sugli ultimi dati raccolti. “L’emergenza sanitaria ha messo in luce il grande capitale umano in quota al servizio sanitario. Ha svelato il volto umano nascosto dietro quelle mascherine e quei camici che, con passione e competenza professionale, sono da sempre un punto di riferimento importante del percorso terapeutico di tutti i malati e delle loro famiglie”, sottolinea il presidente di AlmaLaurea Ivano Dionigi.
Nella propria valutazione, Dionigi evidenzia come l’analisi dei numeri volti a tracciare il profilo professionale di queste figure, non dia l’adeguato valore e risalto agli aspetti umani di tale professione: “L’emergenza ha messo sotto gli occhi di tutti quello che i pazienti da sempre sanno: l’estrema cura che questi professionisti dedicano al proprio lavoro che, tra gli altri valori, ha anche quello di poter essere un ponte diretto tra paziente/famiglia e personale medico. Un canale di comunicazione così importante da poter a buon diritto poter essere considerato parte del percorso terapeutico”.
Almalaurea ha analizzato i dati dei laureati di I livello nelle professioni sanitarie infermieristiche: 10.760 del 2018 e 7.466 del 2017 intervistati a un anno dal titolo (in questo secondo caso sono isolati quanti non risultano iscritti ad altro corso di laurea). La maggior parte di loro sono donne (73,2%, a fronte del 26,8% di uomini).
Il voto di laurea ottenuto è in media 102,3, con il 66,5% di regolarità negli studi, una durata degli stessi (media in anni) pari a 3,8 anni e un’età media alla laurea di 25,1 anni. L’86,7% ha svolto tirocini/stage o lavoro riconosciuti dal corso di laurea. A un anno dal conseguimento del titolo è alto il tasso di occupazione pari all’80,4%. La retribuzione mensile netta è di 1.356 euro. Per il 92,9% la laurea è richiesta dalla legge per lo svolgimento dell’attività lavorativa, rivelandosi, quindi, molto efficace o efficace nel lavoro svolto per il 94,7% degli occupati.
Come si diventa infermieri?
Secondo quanto riportato da Almalaurea, in Italia esistono 55 corsi, distribuiti su 42 atenei, per diventare infermiere (corsi di Area Sanitaria, Classe di laurea di I livello). Si deve, per legge, conseguire la Laurea in Infermieristica. Solo essa, infatti, unitamente al superamento di un esame di Stato e all’iscrizione all’ordine professionale, abilita all’esercizio della professione. Il Corso di Laurea è a numero programmato, con test d’ingresso svolto con cadenza annuale. La data è unica a livello nazionale che solitamente si tiene nel mese di settembre (quest’anno il 9 settembre).