L'ipotesi di svolgere il test di ingresso all'Università di medicina da remoto non convince il ministro Manfredi. Il governo è al lavoro sulla valutazione delle varie ipotesi ma non si deciderà prima di giugno.

Numerosi aspetti della vita degli italiani sono stati rivoluzionati e questi cambiamenti hanno coinvolto anche il mondo dell’istruzione. Dalla scuola primaria all’università, tutte le lezioni e gli esami vengono svolti online attraverso differenti piattaforme digitali. Anche l’esame di maturità è stato adattato alle circostanze, discostandosi dalle sue modalità tradizionali.
Queste soluzioni innovative dovranno inevitabilmente essere estese anche ai test di ingresso per le università. L’ipotesi che i test di ingresso dei corsi a numero programmato si svolgano da remoto inizia a diventare sempre più concreta, ma lo stesso non si può dire per il test di Medicina, che si svolgerà il 1° settembre.
Per il ministro dell’Università Gaetano Manfredi, infatti, svolgere il test di medicina online non è fattibile: “È un’opzione per gli altri corsi a numero programmato, quelli per i quali i test di ammissione sono fatti dalle singole Università: i numeri sono molto più bassi e la prova si può fare anche online. Ma per medicina, no: troppa pressione, troppi aspiranti”, ha affermato.
I numeri del test di medicina sono elevatissimi: 13500 posti a disposizione per quasi 70 mila aspiranti. Si tratta di numeri difficili da gestire da remoto e il governo teme di andare incontro a qualche irregolarità inattesa.
“L’ipotesi più probabile è che riusciamo a moltiplicare se non raddoppiare le sedi d’esame: in questo modo potrebbe essere garantito il distanziamento – afferma il ministro -. Se non fosse soddisfacente come soluzione potremmo anche pensare a fare l’esame in più giorni, in modo che non si creino assembramenti, cambiando ovviamente la batteria di domande”.
Per quanto riguarda, invece, gli esami di Stato dei vari ordini professionali, presto saranno stabilite nuove regole: prove dimezzate ed esame orale da remoto.
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