La Cappella Palatina fu consacrata il 28 aprile 1140 e da allora non ha smesso di splendere tanto che Guy de Maupassant la definì come un vero e proprio gioiello per la città che la ospita.
La Sicilia è un territorio che racchiude mille bellezze create dalla mano umana o dalla più dolce natura. Molte di queste rientrano nella lunga lista dei beni protetti dall’UNESCO, proprio per l’alto valore che rappresentano e per il prestigio che donano all’Isola maggiore italiana e alla nazione intera. Basti pensare che l’Italia, insieme alla Cina, è il paese con il maggior numero al mondo di patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. E tra questi vi è anche quella che fu tanto ammirata da Guy de Maupassant, il quale la definì “la più bella del mondo, il più prezioso gioiello religioso sognato da mente umana ed eseguito da mano di artista”. Si tratta della Cappella Palatina, la gemma dorata della città di Palermo.
La Cappella Palatina si trova all’interno di Palazzo dei Normanni, detto anche Palazzo Reale, nella città di Palermo. Si tratta di una basilica che vede i natali proprio per ordine di uno dei sovrani normanni che regnarono in Sicilia. Il regnante in questione fu Ruggero II di Sicilia, il quale dispose la costruzione della Cappella Palatina nel 1130, al momento della sua incoronazione. La basilica fu consacrata il 28 aprile 1140, anche se venne ufficialmente completata solo tre anni più tardi.
La caratteristica principale della Cappella è il suo stile misto, visibile anche dalle iscrizioni presenti. Una in particolare, posizionata all’esterno, è trascritta in tre lingue: latino, greco e arabo. La sua architettura è infatti la perfetta sintesi di culture diverse tra loro, le quali sono facilmente individuabili visitando il sito. Alcune parti possono essere indicate come appartenenti allo stile occidentale mentre altre riprendono sia lo stile bizantino che quello arabo.
Tuttavia, il fiore all’occhiello della Cappella Palatina sono sicuramente i mosaici, in parte originali, risalenti al tempo di Ruggero II. In pieno stile bizantino, rivestono le pareti della basilica donando ai visitatori una visione aurea difficile da dimenticare. Ma le decorazioni comprendono anche lo stile islamico nei soffitti e il pavimento di origine araba. La Cappella Palatina dunque non solo si dimostra essere un esemplare artistico senza paragoni, ma anche un vero e proprio modello di tolleranza, coesistenza e persino integrazione di culture molto diverse tra loro.
Ma le bellezze del “gioiello di Palermo” non finiscono a quello che è visibile accedendo all’interno della basilica. Esiste infatti anche un vero e proprio tesoro, conservato nell’area museale, attigua alla Cappella Palatina e comprendente oggetti di vario genere e di alto valore storico, artistico e culturale. Il tesoro consiste sia in materiale sacro che in veri e propri documenti pubblici risalenti all’epoca medievale e noti con il nome di Tabulari.
Tra i manufatti sacri sono presenti anche diversi reliquiari, suppellettili, ostensori e persino paramenti realizzati con materiali tra i più pregiati e con ricami in argento e oro. Di particolare importanza sono i quindici cofanetti realizzati in avorio e rappresentanti in pieno, secondo gli esperti, lo stile normanno che si sviluppò lungo il periodo medievale in tutta la Sicilia da loro dominata.
Neanche il sito della Cappella Palatina è di poca rilevanza: infatti il Palazzo dei Normanni non solo fu la residenza reale dei sovrani di Sicilia, ma in seguito divenne anche sede del Parlamento Siciliano. Si tratta della più antica residenza reale d’Europa, è anch’esso un bene protetto dall’UNESCO ed è oggi la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Tuttavia, le origini del Palazzo Reale risalgono a ben prima dell’epoca normanna. Sito nella parte più antica di Palermo, è possibile vedere tracce di insediamenti di origine fenicio-punica nelle fondazioni dell’edificio. La struttura come la conosciamo noi oggi è tuttavia contemporanea a quella della Cappella Palatina: anche il Palazzo venne infatti fatto costruire per volere di Ruggero II a partire dal 1130. Un nome fondamentale legato all’edificio è certamente quello di Federico II, il quale ebbe modo di camminare per i suoi corridori, proprio in quanto figura regnante in Sicilia.
Complice la storia, con le diverse dominazioni cui fu soggetta la Sicilia, il Palazzo dei Normanni vede il suo stile coerente con quello della Cappella Palatina ospitata al suo primo piano. Sono infatti presenti caratteristiche miste tra lo stile romanico e quello arabo-normanno, le quali arricchiscono più che mai la maestosa struttura, alla quale fa da cornice una terra meravigliosa come quella siciliana.
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