Si continua a chiacchierare sulla questione meridionale e sull'inferiorità: Vittorio Feltri spara ancora, Giampiero Mughini gli fa eco.

Continuano le polemiche attorno alla querelle sull’inferiorità meridionale, così come definita da Vittorio Feltri pochi giorni fa nel programma di Mario Giordano. Nonostante ieri sera, su La7 a “Non è l’Arena“, pare aver dimostrato di non essersi pentito minimamente (“non ho detto nulla di offensivo, basta dare uno sguardo all’Istat, non mi devo scusare, fotografare la realtà non è reato“), a fargli eco è un siciliano di nascita.
Giampiero Mughini, nato a Catania nel lontano 1941 e “scappato a gambe levate dall’isola siciliana“, in una lunga lettera rilasciata a Dagospia ha voluto dire la sua su Feltri e i meridionali: “Vittorio Feltri – uno che conosco come le mie tasche per avere scritto a lungo su due giornali da lui diretti – è semplicemente “uno che ci fa”. Misura le spacconate e le bravate, una dopo l’altra, perché sa che di quelle si nutre la civiltà massmediatica“.
Lascia andare, come fosse una bomba a scoppio ritardato, l’affermazione che i meridionali sono “inferiori” e per una settimana almeno ecco che c’è chi manda appelli accorati a difesa dei meridionali, chi vuole Vittorio morto, chi fa riferimento ai sacri valori della Costituzione, chi si appicca al petto la medaglia di meridionale, chi vuole deferire Vittorio e persino Mario Giordano a non so quale supremo Tribunale. Dio che sciocchezze. Te ne sta parlando uno che non si vanta affatto di essere meridionale e che dalla sua città di origine (Catania) è fuggito a gambe levate nel gennaio 1970. Uno che se glielo chiedono che cos’è, risponde di essere italiano. Uno che ha nel sangue i libri di Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati e tanti altri“, ha continuato l’opinionista italiano.
Eppure non cancella la storia e ne riconosce il merito, continuando: “Diciamo semplicemente che non è facile essere meridionali, e diciamo pure che il nord ha conosciuto lo sviluppo che ha conosciuto a forza di meridionali immigrati che avevano due coglioni grossi così. Tutte cose che Vittorio sa a puntino, anche se la prossima volta che capiterà l’occasione ne sparerà un’altra delle sue. Abbiamo tali e tanti problemi, lasciamo stare le logomachie. Uno di questi problemi è che ci sono due Italie, l’una che finisce a Roma e l’altra che comincia a Roma e questo dopo 150 anni di presunta Unità d’Italia“.
“Al sud i giornali del nord vendono pochissimo, come quelli del sud, la lettura non è la principale attività in meridione“, questa intanto l’ultima sparata a salve di Vittorio Feltri nella serata di domenica.
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