L’omicidio di Lorena Quaranta ha scosso gli animi in un periodo già piuttosto complicato. La ragazza, studentessa all’ultimo anno di Medicina, si trovava nell’abitazione che condivideva con il fidanzato a Furci Siculo, dove stavano trascorrendo insieme la quarantena. Durante la prima mattinata di martedì scorso, tuttavia, Antonio De Pace, infermiere 28 di Vibo Valentia, ha messo fine alla vita della giovane con inaudita brutalità.
Sotto shock, i familiari hanno fatto sapere tramite il proprio avvocato, Giuseppe Barba, di essere allibiti per la vicenda, sostenendo di non aver mai sospettato nulla che potesse allarmarli. “Lorena l’avevamo sentita per telefono la sera prima ed era serena- queste le dichiarazioni dei genitori apparse sul quotidiano La Repubblica – davvero nulla faceva presagire la tragedia, quel ragazzo sembrava una persona tranquilla“.
Nella sua ordinanza il GIP ha sostenuto, però, come l’assassino si manifesti come una persona incapace di mettere un freno ai propri istinti criminali, non mostrando neanche adesso alcun segno di pentimento. Nella sua deposizione, inoltre, l’infermiere omicida avrebbe sostenuto di aver assassinato la fidanzata, colpevole, a duo dire, di averlo infettato con il Covid-19.