Categorie: Attualità

Oggi è la Giornata della Felicità: che significato ha al tempo del Coronavirus?

La felicità è possibile ai tempi di una pandemia? Una questione su cui gli italiani rifletteranno soprattutto oggi, Giornata internazionale dedicata al più bello tra gli stati d'animo.

Il 28 giugno 2012, l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) istituiva la Giornata internazionale della felicità: una ricorrenza che, a partire da quella data, sarebbe stata celebrata puntualmente il 20 marzo di ogni anno, in qualsiasi angolo del globo.

L’emergenza provocata dalla corrente diffusione di una pandemia, tuttavia, spingerebbe gran parte di noi a dimenticare una data del genere, o persino a rinnegarla. A causa dei dati negativi riportati sui giornali, i commenti dei notiziari e gli appelli delle autorità, si faticherebbe a riscontrare una vera ragione per cui festeggiare la Giornata internazionale della felicità. Eppure non tutti riuscirebbero a farne a meno.

L’Italia, per esempio, vive un momento particolarmente difficile. Attualmente si tratterebbe del Paese con più decessi per COVID-19 al mondo, costretto anche ad affrontare (insieme a molti altri Stati) quella che probabilmente passerà alla storia come “la peggiore sfida economica dal dopoguerra”. Eppure stiamo parlando della Penisola in cui ogni giorno, alle ore 18:00, si aprono le finestre e si canta all’unisono “Azzurro”: una gioia ed una resistenza a cui tutte le maggiori testate internazionali hanno scelto di dedicare almeno una pagina.

 Si tratta di un comportamento adeguato da seguire in questo momento? L’opinione pubblica si divide.

Da un lato troviamo chi, di fronte ad una tragedia di tali portate, preferirebbe il silenzio. Tra questi, nel mondo dei vip, troviamo ad esempio Beppe Fiorello che, nel corso della trasmissione radiofonica Circo Massimo su Radio Capital, avrebbe invitato gli artisti ad abbassare i toni ed a mostrare la loro paura. L’attore avrebbe chiesto di sostituire all’allegria dei cori e delle dirette almeno un giorno di lutto nazionale. Anche il rapper Federico Leonardo Lucia, soprannominato Fedez, avrebbe deciso di sospendere temporaneamente le abituali dirette social dal balcone del suo appartamento milanese in segno di rispetto per le numerosissime vittime italiane.

Insomma, di fronte alla morte indegna di un proprio caro e ad un corteo di camion militari pronti a trasportare i cittadini deceduti chissà quanto lontano dalla loro amata Bergamo, molti avranno dubitato della stessa esistenza della felicità. Altri, invece, avrebbero cercato di coniare una nuova definizione della parola in questione.

Lo stop improvviso imposto a chiunque, l’impossibilità di godere a pieno della libertà e l’opportunità di fermarsi a riflettere in solitudine avrebbe permesso di riscoprire l’essenziale e di capire che questo, a volte, coincide perfettamente con la felicità.

Persino Papa Francesco ha svelato in un’intervista a La Repubblica, che la gioia ama nascondersi nei piccoli gesti rivolti a chi si ama, oltre che nelle cose più semplici. Forse, dunque, la felicità risiede in ciò che è più prossimo ma, paradossalmente, meno visibile.

La famiglia, le canzoni, il lavoro dei medici, il tricolore e la pizza di mamma ci sono sempre stati ma oggi, come per magia, valgono di più. E la vita assumerebbe particolare valore di fronte alla possibilità, mai così concreta, di perderla. La sola opportunità di poter continuare a lottare per godere (stavolta davvero) di tutto questo potrebbe spronare gli italiani a celebrare questa giornata come mai fino ad ora.

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