La ministra dell'istruzione Azzolina risponde ai dubbi sulla didattica scolastica per l'emergenza del Coronavirus, durante la trasmissione "Di Martedì".

I dubbi assalgono l’Istruzione che deve far fronte all’emergenza del Coronavirus. A sciogliere questi dubbi è la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, intervistata da Giovanni Floris durante la trasmissione Di Martedì. Domande che sorgono soprattutto per la riapertura delle scuole (e quindi relativa fine della quarantena per il Covid-19) e per la gestione dei voti degli studenti e della maturità 2020.
Professori e studenti, famiglie e personale scolastico si sono posti domande anche relative alla prolungata apertura delle scuole. Per la ministra Azzolina, invece, la questione è chiara: “Ci sono studenti e docenti che stanno facendo più di quello che facevano in classe. Quindi io non direi, al momento, che l’anno si allungherà né altro: perché dovrei farlo? Significherebbe dire loro che in questi giorni non hanno fatto nulla. No, io devo far sì che chi sta lavorando venga premiato” afferma da Floris.
In base a cosa si boccia o si promuove, visto che delle 75 milioni di ore, solo 10-15 sono recuperabili con le lezioni online? La ministra dell’Istruzione di origine siciliana afferma nella trasmissione che “Noi abbiamo attivato un monitoraggio come ministero dell’Istruzione per vedere esattamente dove si sta facendo didattica a distanza. Posso dire che al momento i dati sono molto molto confortanti quindi io non darei per scontato che si perdano tutte quelle ore. Assolutamente no”. Si evita così la spinosa questione della promozione di massa grazie ai 6 politici.
Il ministero dell’Istruzione sta valutando tutte le alternative e le opzioni che si possono adottare per l’esame di Stato 2020, in base ad ogni scenario possibile dello sviluppo dell’emergenza Coronavirus. Per ora non si hanno notizie sul metodo che si adotterà, ma la ministra Azzolina fa sapere che nelle prossime settimane arriveranno nuove informazioni.
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