Nel pomeriggio di ieri a “La Vita in Diretta” è andata in onda l’intervista che vede protagonista il professore di Agraria colpito e poi guarito dal Coronavirus, il catanese Vincenzo Palmeri.
Il professor Palmieri, risultato positivo in seguito a un convegno tenutosi a ha risposto alle domande di Lorella Cuccarini raccontando del proprio ricovero presso l’ospedale Cannizzaro che aveva poi portato la quarantena di tutti i medici e gli infermieri del reparto:
“A me è andata bene rispetto a un mio collega che oggi è ancora in rianimazione. Io non ho fatto altro che andare al reparto al quale mi ero rivolto qualche anno fa per una polmonite e per quello sono andato lì. Il fatto che nel giro di tre giorni abbiano fatto il tampone ha messo in luce una cosa che ha lasciato tutti un po’ perplessi. Da lì a tre giorni è scoppiato il problema delle zone rosse“.
“È una bestiolina subdola – continua – c’è una varietà di sintomi che andrebbe messa in rete. I vari colpiti a diverso livello si stanno confrontando“; “Un nemico invisibile che si manifesta in maniera differente” lo definisce l’intervistatrice.
Il professore continua il racconto della sua esperienza: “Forse la chiave di lettura è individuare subito il problema ed evitare di andare in terapia intensiva. Sono finito in un reparto che mi conosceva perché lì mi avevano curato la polmonite, poi nasce la sfida a quel punto e la ricetta per riuscire a superarlo. Nasce la paura, stare a casa e io ho una compagna che poi chiaramente è risultata positiva, anche se ha manifestato la sintomatologia in maniera un po’ più blanda. Bisogna avere pazienza“.
Infine, un messaggio di speranza: “Penso che occorra smettere di guardare i numeri, sentire 2.000 morti e 2.000 guariti non porta a nulla. Stiamo solo a deprimerci: ce la puoi fare tranquillamente. Quei numeri sono soltanto delle indicazioni che possono fuorviare. Si può fare“.