A seguito delle prescrizioni del Decreto Conte del 9 marzo, lunghe code e file fuori dai supermercati. Palazzo Chigi rassicura e garantisce l'approvvigionamento: il Decreto non vieta di fare la spesa.
Al Decreto Conte del 9 marzo segue immediatamente, quale reazione uguale e contraria (alle norme preventive, in primo luogo), l’accalcarsi della folla per una spesa notturna d’emergenza.
Già nella serata di ieri, infatti, i supermercati di diverse località italiane sono stati presi d’assalto. A Roma previsti scaglionamenti all’ingresso. A Palermo interviene la polizia per mantenere l’ordine. Anche stamattina si registrano a Catania code interminabili dentro e fuori dai supermercati, tanto che in alcuni punti vendita i clienti vengono accolti a piccoli gruppi proprio per evitare la calca. Ovviamente le merci più ambite restano, oltre ai beni di prima necessità, saponi e disinfettanti, ormai esauriti quasi ovunque.
Le file, però, sono dovute anche alle recenti misure: per evitare situazioni di assembramento, diversi punti vendita in tutto lo Stato hanno adottato la soluzione dello scaglionamento per evitare rischiose situazioni di assembramento.
In merito alle “razzie” notturne, Palazzo Chigi invita a mantenere calma e lucidità: “Non è necessario e soprattutto è contrario alle motivazioni del decreto, legate alla tutela della salute e a una maggiore protezione dalla diffusione del Covid-19, affollarsi e correre ad acquistare generi alimentari o altri beni di prima necessità che potranno in ogni caso essere acquistati nei prossimi giorni. Non c’è alcuna ragione di affrettarsi perché sarà garantito regolarmente l’approvvigionamento alimentare“, sottolineando ancora una volta come la creazione di simili aggregazioni sia controproducente ai fini del contenimento dei contagi e soprattutto viene ribadito che la possibilità di fare la spesa non è assolutamente negata all’interno del Decreto, poiché ritenuta un’uscita dettata da necessità, dunque contemplata.
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