Il nuovo Decreto Ministeriale ha previsto la "chiusura" della Lombardia e di numerose province del Nord Italia. Negli scorsi giorni molti fuorisede meridionali hanno affollato stazioni e gli aeroporti, fomentando il contagio. Spicca in questo panorama la voce di chi ha deciso di non trasgredire le norme per il contenimento del COVID-19 imposte delle autorità.
È bastata la bozza del Decreto che determinava la “chiusura” della Lombardia e di altre 14 province del Nord Italia per scatenare il terrore tra i fuorisede che, armati di valigia e panico, si sono riversati, poco dopo le 20:00 dello scorso sabato, nelle stazioni cittadine per salire sugli ultimi treni in partenza verso il Sud Italia.
Le immagini che ci propinano continuamente i media mostrano molto chiaramente la bolgia che ha interessato il Nord Italia: centinaia di persone sfrecciano letteralmente attraverso le stazioni, sfidando il tempo, stipandosi nei vagoni e, addirittura, privi del necessario biglietto, perfettamente persuasi di viaggiare anche a costo di salate sanzioni.
I treni sono partiti, strapieni, verso il meridione d’Italia, con decine e centinaia di ragazzi e non impauriti dalla prospettiva della quarantena. In molti hanno parlato di egoismo relativo alle centinaia di persone che hanno eluso volontariamente le raccomandazioni del Ministero della Salute, che ormai da mesi cerca di persuadere le coscienze vietando gli spostamenti, invitando a rimanere a casa ed evitare, fin quando la situazione non sarà riequilibrata, la frequentazione di luoghi affollati. La situazione, inoltre, è già grave di per sé. Nella giornata di ieri si è verificato un vertiginoso aumento dei casi, oltre mille in più.
In questo panorama destabilizzante, spicca però la voce di coloro che hanno fermamente deciso di rispettare la quarantena delle zone rosse e seguire alla lettera le misure anti-coronavirus dettate dalle autorità competenti: E. L., fuorisede siciliana, ha deciso di non partire, di rinunciare all’esodo che ha interessato il settentrione italiano negli ultimi giorni. Pur avendo prenotato un volo prima del Decreto Ministeriale dello scorso fine settimana, ha deciso di non presentarsi in aeroporto per l’orario previsto.
Avrebbe dovuto viaggiare con una massa indiscriminata di persone, mettendo a rischio se stessa, prima di tutto, e anche i suoi familiari, una volta arrivata. La ragazza si è mostrata perfettamente consapevole di quanto faccia piacere ritornare nella propria terra natale, riabbracciare i proprio cari e anche, ovviamente, di cosa ha spinto altri fuorisede a darsi letteralmente alla fuga. Tuttavia, ha scelto di sacrificare la “bella Sicilia”, evitando potenziali rischi e invitando chi condivide la medesima condizione di fuorisede ad operare la stessa scelta.
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