Per fronteggiare l'emergenza epidemologica Coronavirus, il premier Conte adotta misure drastiche per prevenire i contagi nel decreto del 4 marzo. Ecco le disposizioni nazionali promosse dal Governo.
Il decreto del 4 marzo del premier Conte è senz’altro una decisione senza precedenti. Di fronte all’emergenza Coronavirus, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha infatti ritenuto necessario adottare tutte le misure di contenimento possibili per limitare i contagi. “La situazione è grave”, ammette. L’Italia sembra fermarsi: chiuse scuole e università, stop a cinema e teatri, sospese tutte le attività di aggregazione.
Sono sospese fino al 15 marzo tutte le attività didattiche in tutte le scuole di ordine e grado e la frequenza alle Università. La sospensione si estende anche a master, corsi professionali, Università per anziani. I dirigenti scolastici si sono già attivati per attuare, dove possibile, una modalità di didattica a distanza. La sospensione non riguarda invece i corsi post-universitari relativi all’esercizio di professioni sanitarie, i corsi di formazione specifica in Medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie.
Di fronte al problema organizzativo generato dalla chiusura delle scuole, il vice ministro all’Economia Laura Castelli annuncia che “è in fase di definizione una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori, in caso di chiusura delle scuole, di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Ne ho già parlato con il ministro Gualtieri e gli altri ministri competenti: faremo tutto quello che è necessario per venire incontro ai bisogni dei cittadini e delle famiglie e per ridurre al massimo i disagi”.
Oltre a un frequente lavaggio di mani e all’uso di un fazzoletto qualora si tossisse/starnutisse per evitare il contatto con le mani di secrezioni respiratorie, il Governo invita caldamente i cittadini a mantenere una distanza di almeno un metro nei rapporti interpersonali, a evitare abbracci, strette di mano, scambi di bicchieri e/o bottiglie, soprattutto durante le attività sportive.
Sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati, il cui svolgimento resta consentito, così come le sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nel più totale rispetto delle misure igieniche previste dal governo, compreso il mantenimento di un metro di distanza.
È prevista la sospensione di tutte le manifestazioni “che comportino affollamento di persone e che non garantiscano il rispetto della distanza di sicurezza/interpersonale di almeno un metro”; l’istanza coinvolge dunque cinema e teatri ed eventi sociali, sia di natura pubblica che privata. È sospesa “ogni attività convegnistica o congressuale”. Sarà possibile accedere a musei e ad altre istituzioni della cultura qualora questi garantiscano una fruizione senza sovraffollamenti di persone.
La massima attenzione va prestata “a tutte le persone anziane e/o affette da patologie croniche, con multimorbilità, nonché con stati di immunodepressione congenita o acquisita”, alle quali si raccomanda “di limitare le uscite non strettamente necessarie ed evitare luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza/interpersonale di almeno un metro.”
“È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto.”
Si stabilisce che “le aziende di trasporto pubblico anche a lunga decorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi”.
Del 50% nei reparti di terapia intensiva e del 100% nei reparti di pneumologia e malattie infettive l’incremento dei posti letto previsto dal piano del premier Conte.
Chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, o sia transitato e abbia sostato nei comuni inclusi nella zona rossa, deve comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta.
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