Il sindacato degli infermieri denuncia gravi carenze di personale negli ospedali catanesi tra Policlinico, Vittorio Emanuele, Cannizzaro, Garibaldi e Asp. Le carenze vengono supplite tramite l'abuso di turni in pronta disponibilità, producendo un risparmio sulla pelle di cittadini e pazienti.
Mancano gli infermieri a Catania. L’allarme lanciato dal sindacato Nursind desta più di qualche preoccupazione in tempi in cui l’Italia è sotto gli occhi di tutto il mondo per l’alto numero di contagi dovuti al Covid-19 o Coronavirus, malgrado in Sicilia si registri un numero molto basso di pazienti risultati positivi ai test tampone effettuati. Stando a quanto comunica il sindacato, a Catania c’è un infermiere ogni venti pazienti, o addirittura uno ogni quattro in Terapia intensiva dove il paziente è totalmente dipendente dal personale. In tutto mancherebbero 500 infermieri tra Policlinico Vittorio Emanuele, Cannizzaro, Garibaldi e Asp.
Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha presentato questi numeri in commissione Sanità all’Ars nel corso di un’audizione per affrontare i problemi relativi alla carenza d’organico di infermieri e socio sanitari nelle strutture ospedaliere siciliane. Presenti Vincenzo Neri in rappresentanza della segreteria di Catania, Salvo Calamia per il coordinamento Nursind Sicilia mentre per la segreteria di Catania c’erano anche Francesco Di Masi, Lino Pennacchio e Marco Di Bartolo.
Il sindacato ha consegnato una relazione in cui emerge che la carenza di personale genera un risparmio per la sanità stimato in 1,8 milioni annui sulla pelle di lavoratori e pazienti. Al Cannizzaro si arriva a turni in cui lavora un infermiere per 18 o 20 pazienti in reparti come Cardiologia, Chirurgia Plastica Gineoclogia e Ostetricia. Nelle terapie intensive invece, dove il paziente è totalmente dipendente dal personale e si dovrebbe avere un rapporto ottimale di un infermiere ogni due pazienti, nel Catanese si arriva a uno su 3 o addirittura su 4.
Per far fronte alla carenza di organico si continua ad abusare con i turni in pronta disponibilità, come accade al Policlinico di Catania, oppure ricorrendo a un continuo e consapevole demansionamento. Anche perché mancano centinaia di Oss, operatori sociosanitari le cui mansioni vengono svolte dagli infermieri. I problemi sono tanti. “La mancata previsione di nuova “congrua” dotazione di infermieri potrebbe portare ad un collasso del nuovo presidio San Marco a pochi mesi dalla sua inaugurazione” spiega il Nursind. Altro caso: al Policlinico molti reparti sono senza coordinatore infermieristico (ex caposala) fin dal 2008 e le sue funzioni sono spesso assolte da “improbabili” facenti funzione spesso selezionati con modalità “ad personam” senza opportune se non obbligatorie selezioni previa verifica dei requisiti di legge. E ancora: i complessi operatori derivati dall’accorpamento delle strutture dell’ex Ferrarotto ed ex Vittorio Emanuele vivono una situazione di disorganizzazione a causa del mancato processo di integrazione e mutidisciplinarizzazione delle competenze degli operatori. “È pendente presso il Policlinico lo stato di agitazione che, se non revocato, porterà allo sciopero di una giornata nel mese di aprile 2020”.
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