L'Italia è il paese con la peggiore conoscenza dell'inglese secondo le stime dell'Epi. Ciò rappresenta una delle cause della disoccupazione giovanile in ambito europeo
Un nuovo studio intrapreso l’English Proficiency Index (Epi) condotto dalla società di formazione linguistica Ef (English first), rivela che l’Italia è il paese in cui l’inglese è meno conosciuto classificandosi 36esima, appena dopo la Spagna. L’esito è preoccupante, se si considera che, al giorno d’oggi, la conoscenza di tale lingua è determinante nell’inserimento nel mondo del lavoro e che, di conseguenza, questa diventa una penalità per i giovani italiani inseriti nel panorama europeo.
Se la lingua anglosassone è conosciuta a livello basilare in modo abbastanza omogeneo, la disparità linguistica, per quanto riguarda il livello medio-alto di padronanza della lingua è netta tra Nord e Sud del nostro Paese. Si pensi che Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia vantano una conoscenza migliore dell’inglese rispetto a regioni meridionali quali Basilicata, Puglia e Molise.
L’analisi annuale dell’Epi, che è giunta alla sua nona edizione, è stata effettuata su oltre 2.3 milioni di adulti in 100 paesi diversi in cui l’Inglese non è lingua nazionale e vede sul podio rispettivamente Olanda in prima posizione, seguita da Svezia e Norvegia.
I migliori risultati di questi paesi sono frutto di “decenni di sforzi nazionali e dell’Ue per promuovere il multilinguismo” secondo il rapporto della Ef. Ciò dimostra quanto questi paesi investano sullo studio dell’inglese, inteso come mezzo per aumentare le comunicazioni europee ed estere in ogni ambito.“Il risultato della Francia è migliorato negli ultimi due anni – continua il rapporto –, ma l’Italia e la Spagna sono ancora in ritardo rispetto a tutto il resto dell’Unione”. Al di fuori dell’Unione, i Paesi con peggiore conoscenza dell’inglese sono Turchia, Georgia e Azerbaigian.
Invece, contrariamente a quanto si possa pensare, lo studio dell’italiano è molto diffuso all’estero. Tant’è che la nostra lingua è la quarta più studiata al mondo, dopo inglese, spagnolo e cinese. Uno dei motivi è l’“Italian Sounding”, ovvero l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti.
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