Al via il Test di Medicina e Odontoiatria 2019. Una dura lotta di "sopravvivenza" anche quest'anno il test di ammissione lascerà fuori tanti aspiranti camici bianchi.
Poche ore separano gli aspiranti camici bianchi dal tanto temuto test di Medicina. Ore di ansia, attesa e ripasso sfrenato. Domani, 3 settembre, alle ore 8 in tutta Italia 68 mila studenti hanno un appuntamento importante per il loro futuro: il test di ammissione per entrare alla facoltà più ambita e allo stesso tempo blindata d’Italia. Medicina e Odontoiatria sono i corsi di laurea ai quali i candidati tenteranno, chi più preparato chi meno, ad entrare.
Un test di 60 domande, 12 domande di cultura generale, 10 di ragionamento logico, 18 di biologia, 12 quesiti di chimica e 8 di fisica e matematica decreterà il destino di tanti giovani. Ma la selezione sarà più che dura, una vera lotta di sopravvivenza per accaparrarsi un bene scarso, l’ambito posto e il futuro da medico. A giocare questa dura sfida domani saranno precisamente 68.694 studenti, circa mille in più rispetto all’anno passato, quando gli aspiranti camici bianchi erano 67.005. E malgrado il MIUR d’accordo con Il Ministero della Salute abbia recentemente aumentato di 1826 unità i posti disponibili, questi rimangono un bene estremamente raro. Quest’anno in tutta Italia sono liberi soltanto 12.701 posti: il che significa che se si fa una semplice operazione matematica avrà accesso solo un fortunato, o più preparato, candidato su 5 o 6.
Tutti gli studenti rimasti fuori da questa dura selezione non potranno fare altro che riversarsi in altre facoltà, prima fra tutte quella di Professioni Sanitarie, che rappresenta spesso un soddisfacente piano B. A raccogliere gli aspiranti medici usciti sconfitti dal test, anche le facoltà biomediche e scientifiche: Farmacia, Chimica, Scienze e Tecniche Farmaceutiche, Biologia. Per molti la scelta di ripiegare su un’altra facoltà è solo una mossa temporanea, per non restare senza far nulla e non si arrendono al primo “no” di Medicina, ripromettendosi di tentare nuovamente il test l’anno prossimo, magari più preparati di prima. Per altri invece, il rifiuto del “sistema Medicina” diventa una scelta definitiva verso un’altra strada che non li vedrà mai indossare il camice bianco.
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