Dopo l'esplosione di inizio luglio quale sarà lo stato dello Stromboli? Tutti gli aggiornamenti riferiti dal direttore dell'Ingv.
Lo scorso 3 luglio, le immagini di una violenta esplosione del vulcano Stromboli hanno fatto il giro dei notiziari e del web. Eugenio Privitera, direttore dell’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha spiegato natura ed effetti del fenomeno in un video apparso sul sito dello stesso Istituto.
“L’esplosione parossistica dai crateri sommitari dello Stromboli ha dato luogo a una colonna eruttiva innalzatasi di oltre due chilometri sulla terrazza craterica e a due flussi piroclastici che, riversandosi poi in mare, hanno dato luogo a una piccola onda di tsunami, di ampiezza pari a circa 40 centimetri – dichiara il direttore Privitera -. Inoltre, sui fianchi del vulcano sono ricaduti rocchi di grosse dimensioni e scorie incandescenti che hanno causato numerosi incendi.”
Si precisa, tuttavia, che esplosioni definite parossistiche, generalmente imprevedibili, sarebbero piuttosto rare nel caso dello Stromboli. “Da quando è stata installata la rete di monitoraggio sul vulcano è la seconda volta che osserviamo questo tipo di fenomeno – confessa il direttore Ingv –. C’è una piccola deformazione del suolo che è possibile riconoscere a posteriori e vedremo in futuro se potrà essere un precursore utile, anche se per una brevissima allerta”.
Ma quale sarebbe l’attuale stato dello Stromboli e cosa potrebbe riservarci in futuro? “Dopo l’esplosione dello scorso luglio, lo Stromboli si è mantenuto in stato di apparente instabilità, con esplosioni di ampiezza media o alta verificatesi esclusivamente nei crateri sommitali. Abbiamo assistito anche alla formazione di piccole colate laviche che hanno causato frane e rotolamento in mare di blocchi incandescenti.
Non possiamo escludere che altre esplosioni parossistiche si possano verificare nuovamente anche in un intervallo di tempo breve rispetto alla precedente – ribadisce Eugenio Privitera -. Lo Stromboli è un vulcano in attività persistente e ciò determina la presenza di un rischio vulcanico sempre costante, dovuto non solo all’attività esplosiva dei crateri sommitali, ma anche alla possibilità che possa franare la sciara del fuoco e come conseguenza vi sia uno tsunami sulle coste dell’isola”.
Tuttavia, il direttore dell’Osservatorio raccomanda di continuare a documentarsi e porre attenzione, ma senza far in modo che la paura impedisca di godere delle bellezze di Stromboli. “L’isola è bellissima – conclude Privitera – Godiamocela, tenendo però sempre in mente che c’è un rischio vulcanico da considerare”.
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