Compie un anno l'applicazione gestita dall'Inapp: si occupa di connettere direttamente l'interessato allo stage adatto alle proprie competenze, evitando così lo "skills mismatch".
A Ginevra, in Svizzera, al World Meteorological Organization per studiare il cambiamento globale. Oppure in Danimarca per esercitarsi come project manager in una multinazionale farmaceutica. O altre centinaia di scelte. Dopo aver scelto il Paese e lo stage desiderato, Stage4eu, l’applicazione gestita dall’Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) si occupa di connettere l’interessato con le possibili sedi di tirocinio in tutta Europa.
Un’applicazione che compie in questi giorni un anno, totalmente gratuita, rivolta sia ai giovani che intendono fare un’esperienza di stage in Europa, sia agli operatori dell’orientamento e della formazione. Essa, infatti, permette di consultare le più interessanti opportunità di tirocinio in Europa, aggiornate quotidianamente, nelle maggiori organizzazioni internazionali e aziende multinazionali.
E, in effetti, vi è un grande interesse attorno a questo strumento: negli ultimi 12 mesi, secondo i dati raccolti dall’Inapp, l’applicazione è stata scaricata da 5.300 utenti, le visite al sito sono state oltre 44mila, 3.700 sono state le offerte di stage pubblicate; infine, sono state Spagna, Francia, Germania e Regno Unito le mete più visualizzate e prescelte dagli utenti.
Ma i dati non finiscono qui: la media degli stage in Europa è di 6 mesi, un’esperienza che spesso si rivela determinante per trovare lavoro e serve in ogni caso a incrementare il proprio curriculum. Per quanto riguarda l’Italia, attualmente sono stati 348mila il numero di tirocini extracurriculari attivati nel 2018: abbracciano tutti i settori, dai servizi all’industria, passando per la pubblica amministrazione fino ai servizi sociali, personali e al comparto agricolo e della ristorazione.
“Lo stage è uno strumento fondamentale, un anello di congiunzione tra il mondo dell’Università e quello del lavoro, tra aziende e giovani a caccia di nuove opportunità”, spiega Stefano Sacchi, presidente dell’Inapp, “per questo abbiamo pensato ad un’applicazione semplice, diretta, in grado di far incontrare l’offerta con la domanda di stage in Europa. Un’applicazione che cerca il giusto stage per ogni singolo utente e lo avverte se questo viene trovato”.
“Non serve solo per abbattere le frontiere dell’apprendimento”, continua, “ma anche per combattere il fenomeno dello “skills mismatch”, ovvero quel disallineamento delle competenze, la difficoltà a trovare le figure professionali adeguate per le imprese. Fare una giusta esperienza all’estero è una carta che lo studente o il neolaureato può rivendersi anche in Italia per trovare un’occupazione adeguata alle proprie competenze”.
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