Ennesimo caso di sfruttamento dei lavoratori in Sicilia: lavoravano 7 giorni su 7, guadagnavano 1000 euro al mese ma dovevano restituire metà dello stipendio.
È emerso a Siracusa un nuovo caso di sfruttamento dei lavoratori da parte dei datori di lavoro, che imponevano turni massacranti e che, nonostante mettessero i propri dipendenti in regola con tanto di busta paga, pretendevano la restituzione di una parte di essa.
Si tratti, in breve, di lavoratori assunti per svolgere una mansione da baristi e banconisti con turni da almeno 8 ore al giorno, turni che spesso si allungavano, sforando le ore previste dal contratto, trasformandosi in uno sfruttamento massacrante. Il contratto con cui venivano assunti era full time, la busta paga da circa 1.200 € al mese, ma di fatto lo stipendio si aggirava intorno ai 500 € al mese, il resto doveva essere restituito in nero.
Del fatto se n’è occupata la trasmissione Tagadà, che ha dedicato un servizio andato in onda sul canale televisivo La 7, in cui si è cercato di approfondire la vicenda.
Quello avvenuto a Siracusa, purtroppo, non è l’ultimo caso: situazioni del genere sono in crescita e si sono registrate diverse denunce simili a questa. I titolari, sei persone che gestivano una società, sono attualmente sotto inchiesta per estorsione aggravata in concorso, e beni mobili e immobili per un valore di 200.000 € sono sotto sequestro.
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