Tutti i titoli permettono di lavorare in egual misura? I dati del rapporto AlmaLaurea sulla situazione occupazionale dei diversi tipi di laureati.
Chiunque scelga di intraprendere un percorso di studi, il più delle volte, sogna di realizzarsi in un determinato ambito lavorativo. I dati emersi da un rapporto AlmaLaurea presentato lo scorso 6 giugno alla Sapienza chiariscono l
Sullo scalino più alto del podio festeggiano gli ingegneri. Si stima infatti che questi, insieme agli appartenenti al gruppo economico-statico e ai laureati in professioni sanitarie, raggiungano tassi di occupazioni pari al 90% (a soli cinque anni dal conseguimento del titolo). I dati decretano il primato dei laureati in Ingegneria anche in relazione agli stipendi: secondo quanto emerso, infatti, tali figure guadagnerebbero molto più degli altri (circa 1762 euro mensili).
Gli economisti, pur piazzandosi in una buona posizione, si stima ottengano qualcosa in meno di quelli del settore scientifico e chimico-farmaucetico (1580 euro contro 1.675 e 1.595 ). Male, invece, per chi ottiene una laurea in Giurisprudenza: secondo il rapporto in questione, a cinque anni dalla laurea, 4 su 5 non riescono ad operare nel settore in cui dovrebbero o risultano disoccupati.
E chi ha scelto di studiare altro? Il tasso di occupazione è inferiore all’80% per chi ha scelto di divenire uno psicologo, di occuparsi di filosofia e letteratura o di laurearsi in biologia. Non va meglio, poi, in materia di retribuzioni: un insegnante, per esempio, non sempre può dirsi soddisfatto di uno stipendio medio paria ai 1200 euro al mese.
Se, invece, si analizzano i dati relativi ai laureati magistrali a ciclo unico, si scopre che a trovare più facilmente un impiego sono i medici (c92,4% di tasso occupazionale): loro anche lo stipendio più alto, pari a circa 2007 euro.
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