Tempi di attesa troppo lunghi e costi elevati, è questo che emerge dal rapporto presentato da Aiop nei giorni scorsi. Il presidente dell'Ars pensa alla privatizzazione come soluzione.
Tempi di attesa troppo lunghi per accedere a prestazioni specialistiche. È questo che emerge dal sedicesimo rapporto annuale “Ospedali & Salute 2018” presentato da Aiop nei giorni scorsi a Palazzo dei Normanni.
Fino a 2 mesi d’attesa per prestazioni che dovrebbero richiedere al massimo 2 giorni, attese di oltre 60 giorni per ricoveri da effettuare entro un mese, mentre per il day hospital si può restare fino a 105 giorni nelle liste. “Dal punto di vista dei cittadini – secondo Aiop – le liste d’attesa rappresentano una rilevante inefficienza del sistema sanitario nazionale, non solo perché generano ansie e disagi ai pazienti e alle loro famiglie, ma soprattutto, perché sono la prima causa di rinuncia alle cure (51,7%, +4,1 punti rispetto al 2017 – dato nazionale), e concorrono ad alimentare, da un lato la spesa ‘out-of-pocket’, dall’altro la mobilità sanitaria, aumentando, ulteriormente, le diseguaglianze tra regioni.“
Il 30% degli utenti preferisce ricorrere agli ospedali in altre regioni o pagare le prestazioni privatamente. Ed è proprio questa seconda strada che, secondo Miccichè, potrebbe essere una soluzione. “Dobbiamo ripensare alla riorganizzazione della sanità in Sicilia ripartendo dal settore privato che è molto efficiente ed economico rispetto al servizio sanitario pubblico“, ha dichiarato il presidente dell’Ars appena ricevuto il rapporto dell’Aiop.
“Spesso, a Roma, ci contestano l’alto costo del servizio di emergenza-urgenza, ma non tengono conto delle difficoltà orografiche della Sicilia e, soprattutto, della carenza di infrastrutture – ha detto Miccichè – A volte, per percorrere pochi chilometri, un’ambulanza impiega ore, che possono essere fatali per il paziente“
Dopotutto la Lombardia ha dato un enorme spazio agli operatori sanitari privati, ottenendo un settore molto più economico ed efficiente rispetto agli anni passati, ha ricordato il presidente dell’Ars, che a questo punto punta a intraprendere un percorso simile anche in Sicilia.
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