Le classi siciliane continuano a svuotarsi. Sempre più sono i giovani che abbandono gli studi in Sicilia e il 53% dei siciliani tra i 15 e i 24 anni è disoccupato.
Secondo i recenti dati pubblicati dall’Istat, nel 2018 si è registrato un notevole peggioramento degli indicatori che definiscono lo stato di salute della società giovanile siciliana. I dati forniti evidenziano, infatti, una presenza sempre minore tra i banchi di scuola di giovani siciliani e sempre più Neet cioè coloro di giovane età che non studiano e non sono alla ricerca di un impiego.
Un dato preoccupante se consideriamo che la Commissione europea ha inserito il livello di istruzione degli under 24 tra gli aspetti che possono fare la differenza per lo sviluppo economico e sociale di una regione. Primato controcorrente, piuttosto, per la regione Sicilia che se nel 2017 ha registrato un anno positivo nel 2018, la situazione è tornata a aggravarsi, lasciando intravedere per l’Isola una strada tutta in salita.
I siciliani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che nel proprio curriculum possono dichiarare di avere conseguito al massimo la licenza media (coloro che hanno abbandonato gli studi) schizzano al 20,9%. Un passo indietro sottolineato da oltre un punto in più dell’indicatore preso in considerazione dalla Commissione europea per la cosiddetta Strategia Europa 2020. Stesso discorso per quelli di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.
La Sicilia occupa stabilmente l’ultima posizione e dopo un quinquennio di numeri incoraggianti il trend si inverte: nel 2018, il 38,6 per cento dei giovani siciliani, un punto in più rispetto al 2017, rientra tra i Neet. Per avere un termine di paragone, basta citare il dato della Lombardia con meno della metà di ragazzi che hanno smarrito la propria strada: il 15,1 per cento.
La popolazione giovanile sembra sempre più scoraggiata che non investe sulla propria crescita culturale e non riesce a possedere strumenti propedeutici utili per l’inserimento al mercato del lavoro che si presenta sempre più competitivo in una realtà sempre più globale.
Il problema dell’istruzione influenza e determina pure la sfera lavorativa. Anche sul fronte della disoccupazione giovanile la Sicilia riesce a fare un passo indietro. Dopo sette anni l’Isola precipita in fondo alla classifica. L’ultima volta che accadde era il 2010. Dall’anno successivo, all’ultimo posto figurava la Calabria. Il dato è imbarazzante: nel 2018, il 53,6 per cento dei siciliani tra i 15 e i 24 anni era in cerca di un lavoro. Il triplo rispetto all’Emilia Romagna che si mantiene al di sotto del 18 per cento e che in cinque anni ha dimezzato il tasso.
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