L'insegnante migliore del mondo dell'edizione del Global Teacher Prize ha 36 anni, viene dal Kenya e insegna la passione per le scienze in una zona difficile.
È il keniano Peter Tabichi l’insegnante migliore del mondo, affermatosi tra migliaia di concorrenti che hanno partecipato all’edizione 2019 del Global Teacher Prize, assegnato il 24 marzo a Dubai dalla Varkey Foundation. 36 anni, francescano, Peter insegna Matematica e Fisica in una scuola rurale del Kenya, la Keriko Secondary School. La sua scuola si trova vicino a Naruku, una regione arida, colpita spesso da carestie, dove il 30 per cento degli studenti vive al limite della sussistenza, abbondano gli orfani e un pasto non è una certezza, mentre la scuola, l’unica realtà che potrebbe accendere la speranza per le nuove generazioni, sembra un lusso che pochi si possono permettere.
In questo contesto problematico, insegnare è una missione ardua già di per sé. Farlo con passione, coinvolgere gli studenti e portare la propria scuola a diventare la migliore pubblica del Kenya sembra un miracolo, eppure questi sono solo alcuni dei risultati che hanno permesso a Peter di vincere il premio di un milione di dollari messo in palio dalla Fondazione Varkey, premio che verrà investito in attività didattiche del territorio in cui insegna.
La storia dell’insegnante francescano è densa di passione e fede, ma anche di importanti traguardi raggiunti. Ha accompagnato i suoi allievi alla Fiera della scienza e ingegneria 2018 in Kenya, dove gli studenti hanno esposto un dispositivo da loro ideato per consentire a ciechi e sordi di misurare oggetti, inoltre il team di Scienza e Matematica si è anche qualificato a partecipare all’International Science and Engineering Fair 2019 in Arizona, negli Stati Uniti, per il quale si stanno attualmente preparando. Tra i suoi allievi anche i vincitori del premio The Royal Society of Chemistry, per aver saputo sfruttare la vegetazione locale per generare elettricità.
Ma da Peter Tabichi possiamo imparare tutti, anche senza essere suoi studenti. Da lui, che dona l’80% del suo stipendio per la comunità della Rift Valley e che ha creato un “Club della Pace” per promuovere il dialogo, discutere di sport e agricoltura tra i ragazzi, forse il più grande insegnamento che possiamo trarre è che le idee, l’entusiasmo e la forza d’animo possono portare a risultati straordinari, anche quando le risorse di partenza sono limitate.
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