Secondo una dichiarazione del ministro Bussetti, le vacanze estive non sono troppo lunghe in quanto la scuola italiana prevede più ore rispetto al resto d'Europa.
Nei giorni scorsi si è parlato a lungo della decisione del ministro Bussetti in merito ai compiti per le vacanze natalizie.Per i tanti studenti italiani la proposta è stata vista come un personale regalo di Natale del ministro ma naturalmente le reazioni sono state diverse e non tutte positive come quelle dei giovani. Molti credono che non si tratti di una priorità o che sia una proposta controproducente per il rendimento e lo sviluppo degli studenti. Tuttavia le reazioni positive hanno coinvolto anche alcuni adulti: diversi hanno riportato l’esempio di un papà di Varese che qualche anno fa ha scritto una lettera ai docenti giustificando il figlio per non aver svolto i compiti durante le vacanze estive. Il genitore, infatti, ha preferito impiegare il tempo del figlio in insegnamenti di vita e non scolastici, per i quali i docenti hanno a disposizione ben nove mesi.
Ma la questione ha avuto uno sviluppo oltre ai commenti sulla decisione del ministro. Bussetti, in un intervento a Radio Capital in merito alla circolare sulla diminuizione dei compiti ha affermato che gli studenti italiani sono tra i giovani europei che svolgono più ore di lezione in un anno, nonostante le sole vacanze estive prevedano tre mesi di assenza dai banchi di scuola. Inoltre, al ministro è stato chiesto se anche per la pausa estiva si dovessero diminuire i compiti come per Natale, domanda alla quale Bussetti ha risposto che si tratta di una situazione differente in quanto è un periodo più lungo e in questo caso un supporto per tenere la mente attiva e in esercizio è necessaria.
La seconda domanda che è stata posta al ministro è se il periodo di pausa estiva sia troppo lungo e a questo proposito Bussetti si trova in disaccordo. “Rispetto agli altri paesi d’Europa, siamo uno dei paesi che svolge più ore di insegnamento“ è la risposta del ministro, e in merito ad un’eventuale rimodulazione del calendario scolastico ribatte che, se dovesse accadere, non avverrà nell’immediato in quanto “non è la priorità“.
Naturalmente la domanda che tutti si sono subito posti è se quanto affermato di Bussetti corrisponde a verità, e quindi se gli studenti italiani passano davvero più tempo tra i banchi di scuola rispetto ai loro pari del resto d’Europa.
Secondo i dati presenti nel rapporto dell’Ocse “Education at a glance 2018” sull’anno scolastico 2017-2018, l’Italia è uno dei paesi nei quali sono previste più ore di lezione per i tre livelli di insegnamento. Nello specifico, in merito ai giorni di scuola, l’Italia si piazza al primo posto a pari merito con la Danimarca. Secondo il rapporto Eurydice sui calendari scolastici intitolato “The Organisation of School Time in Europe. Primary and General Secondary Education – 2018/19“, in Italia e in Danimarca, i giorni di lezione sono 200, rispetto alla media di 170-190 degli altri europei. Il paese con il minor numero di giorni di scuola è l’Albania, dove ne sono previsti solo 156.
Il primato italiano si mantiene quindi a dispetto della prolungata pausa estiva, tra le maggiori nei paesi europei. Ma questo dato dipende anche dalla distribuzione delle vacanze durante l’anno scolastico e dai giorni di inizio e fine percorso. In generale, le vacanze di Natale durano ovunque due settimane, con l’eccezione di Polonia e Slovenia dove si limitano ad una settiamana, e della Germania, dove invece durano ben tre settimane. Stesso discorso si verifica per le vacanze primaverili e/o pasquali, per le quali sono previste tra una e due settimane nella maggior parte dei paesi.
Il discorso cambia per le vacanze estive: si va dalle sei settimane per i paesi tedeschi, l’Olanda e Regno Unito fino alle 15 settimane, per l’istruzione primaria, della Bulgaria. In questo caso l’Italia si piazza tra i paesi con più vacanze estive con la media di 12/13 settimane, e si trova in buona compagnia: anche in Albania, Lettonia, Portogallo e Turchia è questa la durata media della pausa estiva.
Ultimo dato fondamentale per la durata dell’anno scolastico è l’inizio delle lezioni: se in Danimarca, Finlandia e Germania la campanella suona a partire dai primi di agosto, per una buona parte la scuola ha inizio tra i primi e la metà di settembre, caso in cui rientra l’Italia. Unica eccezione è Malta, dove i ragazzi iniziano le lezioni solo a fine settembre.
Secondo questi dati dunque, l’affermazione del ministro non sarebbe errata. Inoltre, altre ricerche vedono gli studenti italiani tra i più impegnati con i compiti a casa giornalieri. Si parla di 8,7 ore di studio settimanali a casa, a fronte delle 2,8 dei paesi scandinavi. Ad ogni modo c’è anche chi sta peggio, come gli studenti russi che occupano 9,7 ore settimanali per svolgere i compiti a casa.
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