Le ultime proposte del Consiglio Nazionale Universitario tentano di avvicinare il più possibile il titoli di studio al mondo del lavoro. Nuovi corsi di laurea professionalizzanti e nuove classi di laurea.
Un titolo di studio che sia il più professionalizzante possibile: questo il fermo obiettivo del CUN – il Consiglio Universitario Nazionale – che nelle recenti sedute ha deliberato una serie di provvedimenti volti al consolidamento di questo punto. In particolare, è stata approvata la proposta per presentare al Governo nazionale quattro nuovi percorsi professionalizzanti e cinque nuovi corsi di laurea da inserire nei percorsi accademici offerti dagli atenei nazionali.
“Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali“, “Professioni tecniche industriali e dell’informazione“, “Professioni tecniche paraveterinarie” e “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio”: questi i quattro corsi preannunciati dal CUN nell’ottica di avvicinare gli studenti italiani il più rapidamente possibile al mondo lavorativo. L’obiettivo si affianca anche a quello formativo, al fine di offrire agli studenti una formazione equilibrata tra teoria e pratica.
Come spiegano alcuni vertici dello stesso CUN – recentemente intervistati da “Il sole 24 ore” – questo avvicinamento sarà reso possibile dall’introduzione di un anno di tirocinio all’interno dei nuovi corsi di laurea, in maniera che l’esperienza lavorativa possa sin da subito essere vissuta dal laureando. Sempre in base alle decisioni stabilite dal CUN, le nuove lauree offrirebbero 180 CFU, mentre si sta cercando di eliminare il vincolo di un solo corso di laurea specialistica per ateneo. Per i nuovi percorsi professionalizzanti, le direttive prevedono cinque referenti, di cui un esperto esterno e attività appositamente create, evitando di selezionare quelle già esistenti.
Per i tradizionali corsi di laurea, il CUN ha approvato l’introduzione di quattro nuove classi: “Scienza dei materiali” (sia triennale, che magistrale di 4 anni), “Data Science“, “Neuroscienze” ed “Ingegneria dei Materiali”, queste ultime tutte di laurea magistrale. Per la conferma di quanto deliberato dal Consiglio Nazionale Universitario bisognerà prima aspettare il parere del MIUR, chiamato eventualmente alla stesura di un apposito decreto ministeriale su cui l’ultima parola spetterà al Parlamento in termini di respinta o approvazione. In tale contesto, infine, da segnalare la mancata approvazione di un corso di laurea magistrale – precedentemente proposto – in “Gestione e valorizzazione del patrimonio culturale“.
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