Era il lontano 10 dicembre 1948. Il mondo era appena uscito dalla seconda guerra mondiale. Era nata l’Organizzazione delle Nazioni Unite, ma occorreva ancora dopo le gravi offese arrecate dalle barbarie della guerra alla coscienza e alla storia dell’umanità, tradurre per iscritto i diritti che appartengono all’essere umano in quanto tale. Per la prima volta, si sentì il bisogno di dichiararli universalmente in un unico documento, quei diritti umani. I diritti dell’uomo e della donna, del bambino e dello straniero, e di tutti, bianchi e neri, cristiani e musulmani, omosessuali e transessuali: i diritti universali dell’essere umano, di fronte ai quali qualsiasi tipo di distinzione perdeva ogni importanza.
Oggi, 10 dicembre 2018. 70 anni dopo, nel mondo si celebra l’importanza della Dichiarazione, non soltanto in termini etici, quale primo documento ad avere sancito universalmente i diritti dell’uomo, ma anche per i risvolti giuridici, che nel tempo ha avuto, stimolando l’inserimento di tali diritti nelle costituzioni e nelle leggi interne di tantissimi Stati del mondo.
A Catania, una piazza Università colma. Gente di tutte le età e di tante nazionalità, dai bambini agli anziani, dalle associazioni promotrici agli studenti, si sono riuniti con una fiaccola in mano per accendere la luce sui diritti umani. In un simile momento di crisi “umana” per l’Italia e per l’Europa, dove è tornata a soffiare l’ondata del razzismo, sembra ancor più necessario ricordare tali diritti.
“In questo momento storico è forse più importante rispetto ad altri organizzare una manifestazione come quella di oggi – dichiara Costanza, giovane studentessa e attivista di Amnesty International – . Conosciamo il clima attuale in Europa e anche nel mondo, ogni giorno vi è una violazione dei diritti umani. Anche queste organizzazioni nel contesto locale, che poi si espandono al contesto globale per quanto riguarda Amnesty presente in tutto il mondo, é di fondamentale importanza. Manifestare per ricordare, ma anche per fare conoscere a tutti il contenuto e il valore dei diritti dell’uomo, fare conoscere a tutti quello che ci appartiene, quali sono i nostri diritti.”
Ricordare i diritti umani, per non dimenticarli. Ricordare perché sono stati sanciti settant’anni fa significa ricordare anche la ragione per cui sono stati e continuano ad essere sanciti nelle legislazioni di tutto il mondo: evitare le atroci violazioni del passato. Tuttavia, può sembrare che il presente non sia tanto diverso: guerre, torture, schiavitù non sono scomparse, ma continuano ad essere perpetrate in diversi Stati. Il sogno di vedere la pace nel mondo? Non ci crede più nessuno.
Episodi di odio, discriminazione, violenza sono all’ordine del giorno. Ma non oggi, non alla fiaccolata di Piazza Università. La gente riunita si guardava negli occhi, ricambiava un sorriso al vicino, mentre gli articoli della dichiarazione venivano letti e riecheggiavano nelle coscienze dei presenti.
Ripetendo in coro: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza“. Sembrava quasi di poter toccare con mano quella fratellanza decantata sulla carta, ma troppo spesso ignorata nella quotidianità. Attimi di vera solidarietà, di pura umanità. In quegli attimi, stando insieme, uniti, per un interesse comune, si poteva persino credere che un cambiamento per questo mondo fosse ancora possibile.