Alla vigilia del nuovo anno accademico, matricole ed universitari da più di un anno sono ancora alla ricerca di una sistemazione che possa soddisfare tutti i requisiti richiesti. Ma non mancano gli intoppi, i prezzi esagerati ed, infine, le rinunce.
Ci siamo: l’inizio dell’anno accademico 2018/19 è alle porte. Nel giro di pochi giorni, migliaia di giovani sosterranno i test per accedere alla facoltà prescelta; molti altri aspettano con ansia e nervosismo l’inizio della sessione autunnale, riprendendosi dal periodo di meritato riposo estivo. Tra questa moltitudine di studenti, spiccano ancora una volta le travagliate figure dei fuorisede – che, come ogni anno, si trovano in piena ricerca di un’abitazione che li accolga per tutta la durata dell’anno.
Stupisce quanto sia ridotto il numero di chi, ad oggi, si ritrova un tetto sulla testa: secondo un’indagine di Skuola.net solo uno studente su tre (circa il 33%) ha infatti cominciato la sua ricerca durante le ormai passate vacanze, e si è quindi assicurato una sistemazione per tutto l’anno. La restante parte, invece, si riduce agli ultimi momenti: c’è chi aspetta i risultati dei test d’ammissione, chi attende invece l’inizio delle lezioni senza trasferirsi prima. In ogni caso, una volta arrivati nella città che ospita il proprio ateneo di riferimento, ci si prepara all’idea di dover, con ogni probabilità, condividere la propria vita con altri studenti. Eppure, tra i fuorisede, si possono distinguere due figure ben precise: le matricole e gli universitari da più di un anno.
L’obiettivo, infatti, è lo stesso, ma non le scelte principali: le matricole, ad esempio, sono orientate verso una vita svincolata. Per questo motivo, un buon 25% ha un appartamento da solo, il 41% (al Sud il 46%) ha una stanza per conto proprio; il 27% sa, invece, che dovrà trovare il proprio posto in uno studentato o in un convitto, mentre il restante 7% farà la vita da pendolare.
Cambiano le percentuali per gli universitari da più di un anno, il numero di studenti totalmente indipendenti crolla: sono, stavolta, il 15% ad abitare in un appartamento in proprio, mentre il 58% si prepara ad una vita in una casa condivisa. Il 45% conferma la propria scelta della stanza singola, mentre il 13% ha cambiato casa. Solo il 14% degli studenti diretti verso il convitto alla fine conferma la propria scelta; salgono invece al 13% i fuorisede che accettano di fare la dura vita da pendolari per risparmiare sulle spese di un appartamento.
Perché, essere fuorisede, è un costo alto non solo in fatto di scelte di vita, ma anche economicamente. Il costo medio per un affitto varia tra i 200 e i 400 euro mensili; vi sono eppure studenti che pagano oltre i 400 euro (14%), oltre i 600 euro (5%) ed uno strabiliante 7% che paga oltre gli 800 euro (ma, stavolta, si tratta di appartamenti interi). Solo il 16% riesce a spendere meno di 200 euro, per la gioia delle famiglie che, in più della metà dei casi, si fa carico di tutte le spese della sopravvivenza dello studente. Solo il 24% è totalmente autonomo, tra lavori e borse di studio, il 9% invece paga la gran parte dell’affitto, ma ha comunque bisogno di un aiuto economico da parte della famiglia.
Ed è proprio per non gravare sulla famiglia che ci si ritrova a dover fare delle scelte abitative difficili. In media, un fuorisede abita con altri tre ragazzi (51%), anche se vi è un 33% che abita con due e appena un 16% degli studenti che abita con un solo coinquilino. Si sceglie comunque la privacy: il 66% condivide la casa ma non la stanza, mentre il 25%, per risparmiare, condivide con una persona, il 6% con due, il 3% con tre o più. Incide sul prezzo (che nel 20% dei casi incide già nella ricerca stessa) la vicinanza alla facoltà scelta (in più del 40% dei casi), insieme ad altri fattori non di minore importanza come la pulizia, la sicurezza del quartiere, i servizi nelle vicinanze e così via. Le case sono reperibili nel 43% dei casi sui siti dedicati online; prende piede il passaparola (al Sud con una percentuale del 37%), seguito dalle sempre meno scelte agenzie immobiliari, bacheche universitarie ed, infine, dai poco convincenti servizi per l’alloggio dell’università.
L’indecisione resta: è anche per questo motivo che gli studenti ritardano nella propria ricerca. Anche perché, come in tutto, vi sono degli intoppi: più della metà dei fuorisede con un tetto in testa, trova alla fine problemi. La gran parte di essi sono legati alle cifre esorbitanti richieste per un semplice affitto (44%), o alle condizioni stesse del posto dove alloggiano (al Sud, oltre il 55%). Non mancano, infine, le divergenze con gli affittuari (13%). L’unica nota positiva in questa ricerca è che, per l’89% dei casi, il contratto è regolare, con condizioni ben stabilite.
La ricerca del luogo perfetto dove trascorrere i propri giorni di studio tra una lezione e l’altra è difficile e per certi versi impossibile: nonostante questo, però, alla fine gli studenti fuorisede riescono a trovare un luogo adatto ai propri bisogni, dove finalmente possono stabilirsi e dove, anche se temporaneamente, possono davvero sentirsi a casa.
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