È un pomeriggio di agosto, siete al mare e il sole sta tramontando. L’orizzonte si tinge di rosso, mentre intorno a voi un vento leggero solleva i granelli di sabbia. È il momento migliore della golden hour e nulla sembra poter spezzare questa magia, ma improvvisamente arriva un messaggio al telefono. “Ehi, domattina ti va di vederci per ripetere?”
È l’amico che avete evitato per tutta l’estate, quello che con la delicatezza di un gancio di Mike Tyson vi ricorda che dal momento in cui avete preso la saggia decisione di iscrivervi all’università non esiste agosto che con sé non rechi lo spauracchio del mese di settembre; degli appelli della sessione autunnale; dell’inizio delle lezioni a ottobre; della vita che ricomincia. Inesorabile.
Ebbene, se la vostra situazione di studenti universitari vi sembra disperata, piangete con un occhio: non siete soli. Da che mondo è mondo, il mese d’agosto è sempre foriero di ansie e preoccupazioni, di una strana malinconia che sembra impossessarsi di tutti, universitari e non. Si tratta di un qualcosa che nessuno sapeva bene come definire, almeno finora.
È stata chiamata “August Blues”, in correlazione al quasi-omonimo “Sunday Blues”, vale a dire, secondo Stephen Ferrando (direttore di psichiatria al Westchester Medical Center) la tristezza della domenica sera, sperimentata alla fine del weekend e prima dell’inizio di una nuova settimana. La differenza, però, è che il malessere di agosto dura un mese intero.
Secondo lo psichiatra, che ha approfondito la questione assieme al sito Science of Us, la chiave del malessere risiederebbe in una sorta di senso di colpa o insoddisfazione per non essere riusciti a fare abbastanza durante questo periodo dell’anno, per non essersi goduti al massimo la stagione o per essersela goduta sin troppo, ignorando le proprie responsabilità. Suona familiare? Provate a chiederlo a quei libri che da metà luglio vi guardano in cagnesco dalla scrivania, sepolti ormai da un sottile strato di polvere.
Al pari, o forse ancora più che gennaio, settembre rappresenta per molti l’inizio di un nuovo anno. Lo dimostrano la frequenza di frasi come “Lo do a settembre” tra gli universitari, “A settembre comincio a fare sport” o “Da settembre smetto di fumare”, che tutti abbiamo almeno sentito una volta. L’ansia per la fine dell’estate, secondo Rachel Annunziato, professoressa di psicologia alla Fordham University, sarebbe, infatti, comune a ogni età.
Per i bambini e in genere i ragazzi in età scolare, settembre rappresenta per antonomasia il mese in cui ricomincia la scuola. Ansie, aspettative, timori sono all’ordine del giorno per i più piccoli, ma i loro genitori non sarebbero da meno. Anche per gli adulti, infatti, i tre mesi estivi rappresenterebbero una sorta di simbolico spartiacque verso il nuovo anno, con tutti gli interrogativi che questo porta con sé, e questa sensazione raggiunge il proprio acme proprio durante il mese d’agosto.
I sentimenti di malinconia mista ad ansia possono addirittura degenerare in “depressione stagionale” o “sindrome affettiva stagionale”, nel caso in cui i sintomi (diminuiti livelli di energia, stanchezza eccessiva, ipersonnia, iperfagia) si trascinino per anni. Ma come evitare che una malinconia stagionale sfoci in patologia?
La chiave, secondo Annunziato, risiede nella leggerezza. Agosto, infatti, non è solo un mese in cui si scaldano i motori in attesa degli impegni che verranno. È ancora possibile rilassarsi, vivere la vita con maggiore spensieratezza e senza dimenticare i propri doveri, come un bambino che va in cartoleria con la mamma a scegliere il diario per l’anno che verrà.