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Università o lavoro? Cosa c’è nel futuro dei neodiplomati dopo la maturità

È giunto il momento della scelta per i maturati relativamente al loro futuro. Tuttavia, più della metà non ha ancora deciso cosa fare e sembrano tutti molto confusi sull'argomento.

Gli Esami di Stato 2018 sono ormai agli sgoccioli ed è già tempo di pensare al futuro. Tuttavia, come risulta da un’indagine di Skuola.net, gli studenti italiani non hanno ancora le idee chiare sul loro avvenire e si ritrovano spaesati. Il momento della scelta è però giunto per i neo diplomati che sembrano essere ancora molto confusi.

Il sondaggio condotto dal noto sito su 1500 ragazzi riporta dati sconfortanti: meno della metà degli studenti, il 48%, ha un’idea per il proprio futuro; un peggioramento evidente rispetto all’anno scorso, quando 2 su 3 dicevano di aver preso la loro decisione.

Tra le opzioni possibili, la più gettonata è quella di proseguire gli studi: il 60% infatti opta per l’università e in particolar modo per le aree medico-sanitaria e umanistica o linguistica. Il 14% è indirizzato verso facoltà ingegneristiche mentre le altre restano sotto il 10%. Inoltre, se 6 studenti su 10 opteranno per un’università pubblica, in quanto credono che possa fornire una formazione migliore, il 17%  preferirà una privata per le stesse ragioni. Resta un 23% che sceglierebbe una privata, ma non potendo permetterselo ripiegherà su una statale.

Un buon 15% degli studenti è invece sicuro di voler lavorare dopo gli anni trascorsi sui banchi di scuola, mentre il 10% vorrebbe tentare un trasferimento all’estero, chi per studio, chi per lavoro. Il dato più preoccupante è però quello che il 9% degli studenti che hanno partecipato al sondaggio vede solo l’anno sabbatico come opzione per il suo immediato futuro, andando così ad ingrossare le file dei Neet, “not (engaged) in education, employment or training”. Si tratta dei ragazzi che non studiano e non lavorano, oltre il 25% in Italia, rispetto ad una media europea del 14% secondo i dati relativi al 2017.

Il sondaggio riporta anche le motivazioni dei ragazzi per la scelta che compiranno nei prossimi mesi: il 53% farà affidamento sulle proprie inclinazioni e passioni, il 22% compirà una scelta più pratica basandosi sulle prospettive occupazionali future mentre il 25% si consiglierà con i familiari.

Deludenti i risultati relativi all’orientamento promosso dalle scuole: il 36% degli studenti afferma che l’istituto non ne ha organizzate e 1 su 4 le ha giudicate utili tra coloro i quali ne hanno usufruito. Più fiducia viene concessa agli open day organizzati dalle università: il 49% dei diplomati si è già informato presso gli atenei, il 27% lo farà prossimamente. La scelta è sicuramente ardua ma necessaria: il primo approccio con il mondo degli adulti inizia adesso e sarebbe un peccato sprecare del tempo.

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