Università di Catania

Mobilità, cosa non funziona a Catania? Le proposte degli studenti 

Per gli studenti catanesi raggiungere le sedi dei dipartimenti universitari rappresenta spesso una sfida in cui entrano in gioco vari elementi, dal proverbiale traffico alle difficoltà di spostamento a piedi. LiveUnict ha chiesto ad alcuni di loro di raccontare le difficoltà incontrate negli anni, invitandoli ad elaborare delle proposte risolutive.

Ogni mattina, uno studente si mette in macchina per andare all’università e sa che dovrà suonare il clacson più forte del suo vicino per arrivare in tempo a lezione. Ogni mattina, una studentessa arriva alla fermata dell’AMT e sa che dovrà pregare il dio dei trasporti urbani per non perdere la coincidenza. Ogni mattina, non importa che tu sia umanista o ingegnere, se sei iscritto all’Università di Catania sai che dovrai correre e sudare per guadagnarti il tuo posto in aula.

Ironia a parte, che Catania sia una giungla lo pensano in molti, così come diventa complicato per per gli studenti raggiungere le sedi dell’Università è spesso complicato da numerosi fattori. Tutto questo ad eccezione di alcuni dipartimenti fortunati, come Economia e Impresa o, come quelli siti alla Cittadella dove negli ultimi tempi, grazie al Metro Shuttle e alle nuove fermate della FCE, spostarsi è diventato più semplice.

Universitari provenienti da vari dipartimenti dell’Ateneo catanese hanno raccontato a LiveUnict avventure e disavventure della mobilità catanese, permettendo di evidenziare le criticità incontrate negli spostamenti e aggiungendo, in alcuni casi, delle proposte per fare di Catania una città a misura di studente.

Ad esempio, uno dei problemi storici per chi frequenta l’Accademia delle Belle Arti è la dislocazione delle sedi, come ci spiega Nicola: “Già da quando eravamo in affitto a Reclusorio, la maggior parte di noi studenti era costretta ad attraversare la città più volte nel corso della giornata per andare a questa o quella lezione. L’ultima sede che ci è stata data, in via Barletta, è decisamente fuori mano (ancora più della sede di Barriera del Bosco) e ci si arriva piuttosto scomodamente con i mezzi pubblici. L’unico bus che dovrebbe servirla bene, il 536, segue orari tutti suoi (che quasi mai combaciano con quelli forniti sul sito AMT) e salta spesso le corse. Rimangono il 744, che si ferma relativamente in zona, ed il BRT, che, essendo l’unico bus catanese su cui si può fare un minimo di affidamento vista la frequenza delle corse, è sempre pieno come un uovo. E comunque la fermata più vicina è il capolinea Due Obelischi, neanche troppo vicino a via Barletta”.

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Quello dell’Accademia, per quanto grave, resta un problema non isolato. Soprattutto sull’Azienda Municipale Trasporti,  gli studenti sembrano essere particolarmente critici.

“Il Brt è l’unica linea AMT che con frequenza porta alla Cittadella –  così commenta la situazione della Cittadella Clara, studentessa di Fisica – ma in periodo di lezioni è talmente pieno che si rischia di rimanere fuori dal bus e di dover aspettare il prossimo, pieno a sua volta. Molto spesso il bus si svuota a ingegneria, una facoltà che, però, è ben collegata dalle linee che passano dalla circonvallazione. Per chi sale alla Cittadella, invece, in particolare se deve arrivare al Policlinico, è un problema rimanere alla fermata, in via Milo”.

“Bisognerebbe aggiungere altri autobus – prosegue Clara. – Se anche le altre linee fossero più frequenti, come ad esempio il 740, gli studenti avrebbero meno difficoltà ad arrivare a lezione. O il famoso 432, il bus che fa stazione-cittadella universitaria. Ce n’è uno ogni ora, ma a volte passa più di un’ora e la situazione è insostenibile. La soluzione non può essere sempre di aumentare le corse dei Brt, dovrebbero essere migliorati i servizi di tutta la linea. Tuttavia, con la metro la situazione è cambiata in meglio rispetto all’anno scorso, perché grazie allo Shuttle si è avuta una maggiore distribuzione delle persone che dovevano raggiungere la Cittadella”.

Una situazione simile descrive Serena, studentessa di Medicina che per arrivare al Policlinico si sposta di frequente in macchina.

“Il parcheggio di fronte al Policlinico è a pagamento e costa 0,70 € all’ora – dichiara la studentessa. – Noi studenti, però, mostrando la tassa paghiamo 0,70€ per mezza giornata, dalle 8:00 alle 14:00. I posti si trovano sempre, perché è un parcheggio multipiano, ma a mio parere per gli studenti dovrebbe essere gratuito”.

Passando dalla Cittadella al centro storico di Catania, oltre al panorama cambiano anche le esigenze degli studenti, in particolare quelle dei vari dipartimenti di Giurisprudenza, Scienze Umanistiche (e dintorni) e Scienze Politiche.

“Non conosco gente che abbia particolari problemi a raggiungere Villa Cerami o Roccaromana – afferma Ruben, studente di Giurisprudenza – anche perché specialmente Villa Cerami è relativamente vicina a Piazza Alcalà e soprattutto a cinque minuti dalla fermata della metro Stesicoro. Per esperienza personale, per due anni ho preso l’autobus e talvolta capitava che con i vari e noti ritardi dell’Amt avessi qualche problema, ma da quando c’è la metro opto spesso per lasciare la macchina al parcheggio della fermata Milo e scendere da lì. Inoltre, vicino a Roccaromana c’è un parcheggio abbastanza vasto in Piazza Montessori”.

Infine, con uno sguardo al futuro, Ruben conclude affermando che la stazione della Metro successiva a Stesicoro dovrebbe essere quella di San Domenico, in via Lago di Nicito, vicinissima a Roccaromana, per la gioia dei giuristi, ma anche degli umanisti.

In zona Piazza Dante, infatti, malgrado la presenza della fermata metro di Piazza Stesicoro, gli studenti rimangono ancora privi di un’alternativa valida allo spostamento a piedi o in macchina per raggiungere le facoltà di appartenenza. L’autobus 504m, che dai pressi della fermata Stesicoro conduce ai Benedettini, viaggia molto spesso con pochissimi utenti a bordo; e gli stessi, pochi, che l’hanno utilizzato per raggiungere le facoltà d’afferenza, ne lamentano alcune inefficienze.

Giovanna, ad esempio, sostiene di aver impiegato circa un quarto d’ora per arrivare dalla fermata al parcheggio di via Plebiscito, in una giornata senza traffico. Dopodiché, ci ha raccontato che la cosa migliore è entrare dall’ingresso di via Biblioteca del Disum, lamentando allo stesso tempo il fatto che non tutti i rivenditori vendono il biglietto integrato necessario per poter salire sul bus, e che sono inutili i paragoni con il più rapido e frequente Shuttle che collega la fermata Milo alla Cittadella.

E se c’è chi è poco informato o addirittura non conosce l’esistenza di questo servizio, altri, come Valentina, pur trovandolo molto utile manifestano il loro rammarico per l’acquisto dell’integrato.

A conclusione di questo viaggio tra le opinioni degli studenti in merito alla mobilità catanese, riportiamo infine i suggerimenti di Sofia, studentessa del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, in merito alle migliorie che potrebbero essere apportate per rendere più facile e meno dispendioso il raggiungimento della facoltà sita in via Vittorio Emanuele. “In primo luogo, l’apertura della fermata metro Porto, che sarebbe a due passi da noi –  dichiara la studentessa. – Inoltre, potrebbero essere previste delle agevolazioni per studenti per i parcheggi in centro sulle strisce blu. Potrebbero renderle gratuite o perlomeno accessibili a delle tariffe agevolate per gli universitari”.

Sofia, infine, individua anche delle zone dove poter realizzare questi parcheggi a tariffa agevolata o gratuita, affermando che: “Per esempio, in via Spadaccini, ma anche in via Ventimiglia, ci sono dei grandi parcheggi di Sostare dove si potrebbe lasciare la macchina”. Peccato, lamenta, che costi troppo.

A proposito dell'autore

Domenico La Magna

Nato a Catania, classe '95, si è laureato in Filologia Moderna all'Università di Catania nel 2020 con una tesi su Calvino e l'editoria. Inizia a collaborare con LiveUnict da ottobre 2017. Appassionato di politica, segue con particolare attenzione i temi riguardanti l’Unione Europea e l’ambiente. Frequenta il Master di 2° Livello in Professione Editoria all'Università Cattolica di Milano.