Il Consorzio Almalaurea ha pubblicato l'annuale rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, riferito all'anno 2017. Analizzando i dati relativi all'Università di Catania, è possibile tracciare il profilo dei laureati Unict e le possibilità occupazionali dei giovani dopo la laurea.
Sono oltre 6mila gli studenti che si sono laureati lo scorso anno all’Università di Catania. Dal rapporto di Almalaurea realtivo all’anno 2017, è emerso che a Catania gli studenti si laureano in media dopo i 26 anni con un voto di laurea che si aggira all’incirca sul 103. La durata media degli studi è pari a poco più di 5 anni.
Ad un anno dalla laurea il 36,6% ha trovato un impiego, per lo più nel settore privato (il 79%) e quasi la metà di loro, il 47% degli occupati crede nell’efficacia della laurea conseguita ai fini del lavoro svolto. La retribuzione media è di 969 euro che varia notevolmente tra uomini (1116 euro) e donne (852 euro). Quanto alle caratteristiche dell’attuale lavoro svolto dagli intervistati, emerge una maggiore diffusione del part time (il 45%), seguito dai contratti non standard cioè a tempo determinato, a chiamata ecc (33%) e solo il 26% ha un contratto a tempo indeterminato.
Queste alcune caratteristiche generali dei laureati catanesi. Tuttavia, per comprendere meglio il profilo dei laureati Unict, occorre entrare nello specifico, disaggregando i laureati per il tipo di corso di laurea da essi conseguita, cioè se si tratta di laurea di primo livello, laurea magistrale a ciclo unico o laurea magistrale biennale.
Nel dettaglio, quindi, emerge che l’età media alla laurea varia a seconda dei corsi, per i laureati di primo livello è di 25,5 anni, per coloro che conseguono una laurea magistrale a ciclo unico è di 27,2 anni, e per coloro che conseguono una laurea magistrale è di 28,6 anni. Mentre, la durata media degli studi è di 5,3 anni per la laurea di primo livello, 7,6 anni per la laurea magistrale a ciclo unico e 2,9 anni per la laurea magistrale.
Per quanto riguarda il voto alla laurea, ottengono il voto più alto i laureati della biennale con una media di quasi 109, seguiti con la media del 102,8 da coloro che conseguono una laurea magistrale a ciclo unico e, con una media del 100,7 i laureati di primo livello.
La condizione occupazionale varia a seconda del tipo di titolo conseguito e del numero di anni trascorsi dalla laurea. Nello specifico, ad un anno dalla laurea lavora il 31,6% tra i laureati di primo livello, tra coloro che hanno conseguito una laurea magistrale a ciclo unico il 29,9%, mentre tra coloro che hanno conseguito una laurea magistrale il 52,3%. Si registra in tale ambito un miglioramento rispetto ai dati dell’anno precedente che vedevano il numero di laureati aventi un impiego inferiore di 3 o 4 punti percentuali.
A 5 anni dalla laurea, invece, lavora il 64,9% di coloro che hanno ottenuto una laurea magistrale a ciclo unico e l’82,2 di coloro che hanno ottenuto la biennale. Dopo 5 anni dalla laurea sale anche la retribuzione con una media di 1400 euro che però presenta sempre differenze tra uomini (1596 euro) e donne (1266 euro). Non migliora solo la paga, ma anche le caratteristiche del lavoro: aumentano i contratti a lavoro indeterminato (45,1%), seguito dal part-time (22%) e dai contratti non standard (21,6%)
Infine, tra gli occupati ad uno anno dalla laurea chiamati a rispondere sull’efficacia della laurea, il 41,6% di chi ha ottenuto la laurea di primo livello l’ha ritenuta molto efficace, a fronte del 67,7% di chi ha ottenuto la laurea magistrale a ciclo unico, e del 46,1% di chi ha ottenuto la laurea magistrale.
D’altrocanto solo il 38,8% di loro, nel complesso, dichiara di utilizzare in maniera elevata le competenze acquisite dalla laurea, e solo il 44% di loro ritiene molto adeguata la formazione professionale acquisita all’università, indice ancora una volta di come l’università può fare di più per fornire agli studenti una preparazione completa, ma soprattutto facilmente spendibile nel mondo del lavoro.
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