Dovrebbe essere il primo decreto da neo ministro dell'Istruzione, che nei scorsi giorni aveva annunciato di essere al lavoro sul caso delle maestre diplomate escluse dall'insegnamento da una sentenza del Consiglio di Stato.
È stato uno dei casi più dibattuti all’interno del mondo della scuola degli ultimi mesi, che ha agitato le aule parlamentari e che ha creato non pochi problemi anche all’ex ministra Fedeli. Parliamo del caso delle maestre diplomate che furono escluse dal ruolo e dalle graduatorie pre-ruolo da una sentenza del Consiglio di Stato.
Ora, il neo ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, ha annunciato nel giorno dell’insediamento, prendendo le consegne dall’ex ministra Fedeli, che uno dei primi provvedimenti riguarderà proprio queste maestre, escluse dall’insegnamento. Si sta elaborando la soluzione migliore tra quelle possibili, in collaborazione coi funzionari del ministero, in quanto la questione rappresenta un’emergenza, come ha dichiarato lo stesso ministro.
La sentenza arrivata il 20 dicembre ribaltò le precedenti che avevano permesso alle docenti di rientrare in classe grazie ai ricorsi vinti al TAR, e venne emessa proprio per evitare di far accedere all’insegnamento tramite i ricorsi vinti davanti al tribunale amministrativo, evitando invece l’accesso tramite il concorso.
Le maestre ed i maestri esclusi, che sono circa 50.000, hanno minacciato proteste e in alcuni casi lo sciopero della fame, ma 5.665 di loro sono già in cattedra. La soluzione più probabile è che vengano escluse dalla graduatoria ad esaurimento e vengano collocate nella graduatoria dei vincitori del concorso, posizionate subito dopo i vincitori naturali, in attesa che si liberi un posto. Poiché nella scuola italiana si assume per metà dai concorsi e per metà dalla GAE (Graduatoria Ad Esaurimento), dovrebbe essere velocizzato il loro inserimento, specie al Sud.
C’è adesso la polemica delle storiche precarie inserite nella graduatoria ad esclusione, che chiedono di essere tenute in considerazione in virtù degli anni di servizio precario accumulato e che pretendono di essere stabilizzate dopo anni ed anni di incertezza.
Inoltre, un’altra polemica è quella delle laureate in scienza della formazione primaria (nuovo ordinamento) che lamentano, in virtù dell’accorpamento coi maestri diplomati, di essere poco considerate e di non dare valore al loro titolo di studio.
Questa, quindi, dovrebbe essere la soluzione del neoministro della Lega per risolvere i problemi delle graduatorie prodotti anche dalla Buona Scuola e che è stata terreno di scontro e di feroci polemiche anche nella campagna elettorale delle scorse elezioni politiche, con tutti i partiti che ne avevano annunciato l’abolizione.
Subito dopo si passerà alla creazione di percorsi di abilitazione per i precari presenti in terza fascia, quindi alla salvaguardia dei precari con oltre 36 mesi di anzianità, e infine, ai concorsi su base regionale, per mettere un freno agli esodi di docenti dal Sud al Nord.
Inoltre, il ministro Bussetti, è intenzionato a varare un concorso riservato ai docenti di religione, separato dal bando generale e su cui si preannuncia già battaglia e scontro nel governo.
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