I poliziotti dei commissariati di Borgo Ognina e Nesima hanno portato a termine delle operazioni di controllo in diverse strutture ricettive, con conduzione imprenditoriale e familiare. Dall’indagine è emerso che, in molti casi, non sono state rispettate le norme di pubblica sicurezza e quelle tributarie e fiscali.
Uno dei casi più emblematici è quello di un bed and breakfast, sito nel centro storico, che aveva ottenuto l’autorizzazione solo per affittare quattro camere, invece il proprietario ne affittava sei e addirittura pubblicizzava online il suo bed and breakfast come albergo. Una vera e propria truffa per i turisti. Come se non bastasse, il proprietario sfruttava una delle sue lavoratrici pagandola 2,65 euro l’ora, ovviamente senza contratto di lavoro. Non poteva non scattare la denuncia per sfruttamento dello stato di bisogno del lavoratore, la segnalazione all’Asp Spresal (per la violazione delle norme in materia di salubrità e sicurezza sui luoghi di lavoro) e la sanzione amministrativa per l’inosservanza alle prescrizioni dell’autorità di Pubblica Sicurezza.
A quanto pare, purtroppo, questo non è l’unico caso nel capoluogo etneo: sono state infatti segnalate altre 15 strutture per attività di affitto in “nero”. Tra queste anche quella di una donna che, per oltre dieci anni, ha affittato un’intera palazzina eludendo gli obblighi fiscali e le norme vigenti.