Stamattina un gruppo di studenti ha indetto uno sciopero contro le prove Invalsi. Alla base delle motivazioni un sistema istituzionale che favorirebbe la privatizzazione delle scuole. Ai nostri microfoni parla una scioperante.
Giornata di sciopero forzato al Liceo Classico Spedalieri di Catania. Un gruppo di ragazzi (alcuni esterni alla scuola) ha chiuso i cancelli con un lucchetto impedendo a studenti, docenti e personale ATA di entrare nella struttura.
Il gruppo, che va sotto il nome di Collettivo Autonomo Studentesco, si dice ispirato dalla volontà di ostruire le Prove Invalsi, create al solo scopo, sostengono, di classificare le scuole e favorire economicamente chi ottiene più punteggio a danno delle strutture realmente bisognose.
“Questa non vuole essere un’azione forte ma simbolica con il tentativo di boicottare gli Invalsi e di informare gli studenti circa lo scopo di queste prove. – ha dichiarato ai microfoni di LiveUnict Teresa Fazio, referente del collettivo – Da anni portiamo avanti la campagna No Invalsi, perché non riteniamo giusto che alla base del finanziamento alle scuole ci sia una classifica, anziché considerare le esigenze di ogni singolo studente e scuola”.
“Noi sappiamo – continua la studentessa – che per effettuare questi test vengono impiegati tantissimi soldi mentre la nostra struttura, ad esempio, non è in condizioni ottimali, così come molti altri istituti. Soldi che potrebbero essere investiti per migliorare le infrastrutture o in progetti volti alla nostra cultura, istruzione, crescita. Questo è il vero scopo della scuola pubblica”.
A detta degli scioperanti, uno scopo travisato volutamente dalle istituzioni al fine di spingere verso la privatizzazione dell’istruzione pubblica. “Sappiamo che le prove Invalsi tendono a favorire la privatizzazione delle scuole proprio grazie a questi finanziamenti. – spiega la studentessa – Noi non possiamo permettere che la scuola pubblica venga annientata e calpestata in questa maniera, grazie ad una totale indifferenza delle persone e delle istituzione, a cui in realtà non importa della nostra reale istruzione ma a cui serve solo manodopera”.
“È per questo che vengono introdotte tutte queste riforme come La buona scuola, che comprende anche l’alternanza scuola-lavoro. Noi siamo qua per questo – conclude la ragazza – e non perché vogliamo perdere un “giorno di scuola”, utile tra l’altro in vista degli esami finali”.
Indignati il personale e i docenti che definiscono l’azione illegale, bollandola come interruzione di pubblico servizio. Avvertiti per tanto i Carabinieri e la DIGOS, mentre il vicepreside, il prof. Carmelo Napoli, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ha cercato un dialogo con i dissidenti senza ottenere alcun risultato. Gli alunni alternano posizioni, fra chi coglie il motivo dello sciopero e chi si dice contrario perché totalmente disinformato.
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