Aumenta per i giovani italiani l'intervallo temporale tra il conseguimento della laurea e il primo impiego, ma non per tutti. Ecco le categorie di professionisti più fortunati che trovano lavoro prima, secondo Almalaurea.
Il passaggio dagli studi universitari al mondo del lavoro, si sa, non è per niente facile e trovare lavoro dopo la laurea rappresenta una delle principali preoccupazioni di tutti gli studenti universitari. Il divario tra la laurea e il primo impiego infatti è aumentato negli ultimi 5 anni, con un intervallo temporale medio di circa 10 mesi.
Non mancano però tendenze inverse. Secondo i dati di Almalaurea infatti, nel 2017 per la prima volta alcune categorie hanno visto ridursi i tempi di attesa per il primo impiego dopo la laurea; altre invece non hanno registrato miglioramenti. Vediamo allora chi sono i più fortunati, e coloro che invece sono destinati ad aspettare tempi più lunghi per stringere tra la mani un contratto.
Rispetto al 2012 si registra una accelerazione per gli avvocati che oggi devono aspettare “solo” 17,1 mesi contro i 20 del 2012. Si tratta però della categoria “meno fortunata tra le fortunate”; i valori di divario tra laurea e impiego più bassi si riscontrano per i biologi con 13,3 mesi e gli specialisti in contabilità con 10,8. Va ancora meglio per veterinari e geologi con 8,5 mesi di attesa, i dentisti con 8 mesi e infine, i più fortunati in assoluto, gli ingegneri elettronici che attendono un solo semestre.
Altre categorie di professionisti vedono invece un prolungamento dei tempi d’attesa per trovare un impiego, nonostante tale attesa rimanga comunque bassa rispetto alla media. Ad esempio rientrano in questa categoria gli ingegneri meccanici, con un tempo d’attesa di 6,7 mesi.
Lungo invece è il cammino che porta all’ingresso nel mondo del lavoro per psicologi, clinici e psico-terapeutici che trascorrono circa 15,7 mesi in cerca d’impiego; agronomi e forestali restano fuori per 10,87 mesi, seguono gli architetti con 7,9, i farmacisti e gli ingegneri edili e ambientali con 7,4 mesi.
La media, spiega il Sole24Ore, sconta ancora il prezzo della crisi. L’anno 2012 è infatti definito “annus horribilis”, con il Pil italiano in caduta del 2,4 %. Un giovane laureatosi 5 anni prima in una delle 14 professioni esaminate da Almalaurea aveva bisogno di 9,7 mesi per trovare un ‘occupazione. Nel 2017 si era a quota 10,2. E il risultato non cambia se ci focalizziamo sull’intervallo di tempo trascorso tra l’inizio della ricerca di un’occupazione (e non il conseguimento del titolo) e la sua conclusione positiva. In media ci vogliono ancora 7 mesi. Due in più rispetto al 2012, ma uno in meno rispetto al 2016.
Buone notizie invece sul fronte delle retribuzioni, ma non per tutti. A 5 anni dal titolo infatti, le retribuzioni hanno ricominciato a salire quasi per tutte le professioni analizzate da Almalaurea. Fanno eccezione specialisti in contabilità, i legali e – a sorpresa – gli ingegneri, a seconda della specializzazione. Edili, meccanici e industriali registrano un calo seppure gli stipendi si aggirino intorno ai 1.466 euro nette per i primi, 1.826 euro per i secondi e 1.783 per i terzi; fanno eccezione gli ingegneri elettronici, gli unici che hanno visto la busta paga gonfiarsi a 1.914 euro dai 1.836 del 2012.
Quanto ai legali, hanno visto scendere i corrispettivi netti da 1.129 euro a 1.052 mentre i contabili sono passati da 1.610 euro a 1.544. Buone notizie invece per architetti, geologi veterinari, biologi, agronomi, farmacisti e dentisti che hanno visto aumentare i loro stipendi. Lo stesso vale per gli psicologi e terapisti che tuttavia non superano la soglia dei 1.000 euro.
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