Fischi a fine gara: delusi dalla prestazione i quasi 20mila accorsi al Massimino per assistere al derby tra Calcio Catania e Trapani.
Iniziamo l’articolo con una domanda un po’ provocatoria: forse il pubblico delle grandi occasioni non è gradito? Ancora una volta, per l’ennesima volta, la squadra ha deluso in maniera evidente con una cornice, colorata e festosa, che merita ben altri palcoscenici; non è retorica, lungi da noi, ma una semplice constatazione di numeri alla mano, voci unisone e cuori pulsanti che squadre di categoria superiore sognano.
18.711 paganti per assistere al derby siciliano: solo il Bari, tra i campionati di Serie B e Serie C, è riuscito a portare più gente allo stadio nell’arco della stagione in corso. Cifre da capogiro per il Catania, che ha superato pure gli spettatori di Benevento-Juventus nella massima serie. Numeri alla mano, per l’appunto.
Mister Lucarelli, nel corso del campionato, ha più volte sottolineato che molti giocatori rossazzurri non sono abituati a calcare campi con un pubblico così importante. Probabilmente una concezione opinabile e quasi unica nel mondo del calcio: a nostro personale avviso, ci permettiamo ancora una volta, un pubblico del genere più che farti tremare le gambe dovrebbe darti una carica bestiale, il sogno che si ha sin da bambini nel passare la propria vita rincorrendo un pallone, dedicando ogni sforzo fisico per arrivare prima dell’avversario e andare ad esultare davanti a 20mila spettatori. Ma, probabilmente, ci sbagliamo. Forse.
E anche stavolta il tecnico livornese ha tirato in ballo l’ormai nota e annosa questione: “Dal punto di vista emotivo molti hanno sentito la gara davanti ad una cornice di pubblico straordinario. Qualcuno ha perso la serenità giocando in uno stadio così pieno e l’emotività ci ha giocato un brutto scherzo“. Frasi non gradite dai tifosi etnei che hanno risposto ancora una volta presente nei vari settori dello Stadio Angelo Massimino, con relativo record stagionale, facendo registrare un tutto esaurito che non si vedeva dai fasti della Serie A.
“Al Catania, evidentemente, non piace giocare davanti ad un pubblico del genere; magari la prossima volta possono chiedere di disputare la partita a porte chiuse…“, ironizza qualcuno sui social. Dopo gli oltre 14mila presenti contro la Sicula Leonzio (gara persa), i 13.900 tifosi nella gara cruciale contro la Juve Stabia (pareggiata per 0-0), non sono bastati gli oltre 18.500 odierni per suggellare una vittoria tanto utile quanto sperata, per continuare a sognare la serie cadetta.
Il Cibali è da sempre stato il dodicesimo uomo in campo per il Calcio Catania, quindi ripetiamo ancora: forse il pubblico delle grandi occasioni non è gradito a questa squadra? Forse, ma di sicuro la città non gradisce i tremolii di gambe, in quanto tale atteggiamento non rientra nel dna catanese.
Concludiamo con una voce fuori dal coro, quella del capitano, che evidentemente, dopo tanti anni vissuti alle falde dell’Etna, ha decriptato la mentalità rossazzurra: “Non credo che abbiamo pressione, anzi, un pubblico del genere ti carica e devono darci una mano. Proprio per l’ambiente che avevamo attorno non avremmo dovuto sbagliare l’approccio“, ha dichiarato a fine gara Marco Biagianti.
Alea iacta est.
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