Il Tribunale dell’Unione Europea ha respinto il ricorso dell’Italia in merito al taglio di oltre 300 milioni ai fondi destinati alla Sicilia. Accertate, infatti, gravi irregolarità per il periodo 2000-2006.
Il Tribunale dell’Unione Europea ha respinto il ricorso dell’Italia in merito al taglio di oltre 300 milioni ai fondi destinati alla Sicilia. Accertate, infatti, gravi irregolarità per il periodo 2000-2006.
La Corte Europea si è espressa in sfavore dell’Italia, rigettando il ricorso del Bel Paese in merito alla decisione della Commissione Europea di tagliare i fondi destinati alla Sicilia a causa di numerose irregolarità relative al periodo tra il 2000 e il 2006.
Sui 1,2 miliardi di euro destinati ai fondi strutturali, la Regione Siciliana dovrà rinunciare a quasi 380 milioni. I giudici a Lussemburgo hanno, infatti, dimostrato come non sia possibile negare le numerose irregolarità da parte degli enti regionali nella gestione dei finanziamenti in agenda nel 2000 e, quindi, relativi al programma concluso nel 2008. Queste irregolarità riguarderebbero errori di spesa imputabili inefficienza nei sistemi di gestione e controllo del Piano operativo regionale siciliano (POR), a cui non si è posto rimedio sino alla fine del programma.
“La restituzione dei fondi europei”, commenta il segretario generale della Uil Sicilia Claudio Barone, “è un vero disastro per le casse della Regione siciliana che causerà non pochi problemi in un momento ancora critico per la nostra isola. Adesso bisogna evitare che questo grave errore si ripeta e rafforzare subito la capacità di spesa di queste risorse, le uniche disponibili per avviare investimenti e rilanciare lo sviluppo
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